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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 17:06.

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Stefano Rodotà (Ipp)Stefano Rodotà (Ipp)

Il Quirinale? No grazie. Milena Gabanelli, giornalista di grido e conduttrice di "Report", uscita a sorpresa vincitrice delle recenti "Quirinarie" organizzate dai grillini per individuare il "loro" candidato per il Colle rifiuta l'offerta: «Io sono una giornalista, e solo attraverso il mio lavoro - che amo profondamente - provo a cambiare le cose, ad agire in prima persona».

Dopo di lei, rifiuta anche il secondo classificato, Gino Strada: in lizza rimane quindi Stefano Rodotà. A renderlo noto è il leader dei grillini, Beppe Grillo con un post sul suo blog. «Dopo la rinuncia di Milena Gabanelli - scrive Grillo - ho chiesto a Gino Strada che ha optato per la candidatura di Stefano Rodotà. Ho chiamato Rodotà che ha accettato di candidarsi e che pertanto sarà il candidato votato dal MoVimento 5 Stelle».

«Il movimento aveva scelto la Gabanelli, che ovviamente ha detto non me la sento; dopo c'era Gino Strada, altro nome da grande cambiamenti e ha detto no «perché dopo di me c'è una persona che io stimo» e così si è arrivati a Stefano Rodotà, «uomo d'età, ottant'anni, che è stato fuori dal giro, che però alla notizia è diventato un bambino, ha detto di sì. Rodotà metterà d'accordo tutto e tutti». Lo dice Beppe Grillo, parlando da Maniago. Poi, a una voce in piazza che grida «è troppo vecchio», Grillo ribatte: «forse è troppo vecchio», ma «ai giovani non ci siamo ancora arrivati».

Tornando alla Gabanelli, in una lettera esclusiva al "Corriere della Sera", pubblicata sul sito del quotidiano, la giornalista spiega così le ragioni del suo no: «Sono giornalista da 30 anni e ho cercato sempre, in buona fede, di fare il mio mestiere al meglio; il riconoscimento che in questi giorni ho ricevuto mi commuove, e mi imbarazza. Certamente - ammette Gabanelli - non mi sono mai trovata in una situazione dove sottrarsi é un tradimento e dichiararsi disponibile un segno di vanità. Forse non si sta parlando di me, ma dell'urgenza di dare un volto a un'aspettativa troppo a lungo tradita».

«Che io non avessi le competenze per aspirare alla Presidenza della Repubblica mi era chiaro sin da ieri, ma ho comunque ritenuto che la questione meritasse qualche ora di riflessione. E non è stata una riflessione serena. Quello che mi ha messo più in difficoltà in questa scelta è stato il timore di sembrare una che volta le spalle, che spinge gli altri a cambiare le cose ma che poi quando tocca a lei se ne lava le mani. Il mio mestiere è quello di presentare i fatti, far riflettere i cittadini e spronarli anche ad agire in prima persona. Ma quell'agire in prima persona è tanto più efficace quanto più si realizza attraverso le cose che ognuno di noi sa fare al meglio», conclude Gabanelli.

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