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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2013 alle ore 21:44.

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Il Cda della Rai ha approvato, con due astensioni, il bilancio consuntivo dell'esercizio 2012. La perdita del gruppo è pari a 244,6 milioni di euro rispetto ai quattro milioni di attivo nel 2011. Proprio questo attivo, però, è stato oggetto di perplessità in alcuni consiglieri: per pareggiare il bilancio 2011 - è stato scritto più volte, senza smentite - sarebbero stati fatturati 61 milioni di spot trasmessi, in realtà, nel 2012.

Non si è trattato di una pre-fatturazione vera e propria, che avrebbe portato alla non approvazione del bilancio da parte del società di revisione. Bastava, però, caricare gli spot in onda negli ultimi mesi del 2011 dei costi di quelli dei primi mesi del 2012, fatturandoli nell'anno di messa in onda, per alterare il risultato di quest'ultimo esercizio pur rispettando formalmente le norme sui bilanci. Con quel pareggio, tra l'altro, si è evitato il rischio del commissariamento dell'azienda.

I due consiglieri che si sono astenuti, Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, nominati dal Pd su designazione di alcune associazioni, hanno chiesto approfondimenti in merito. La Rai ha prodotto in Cda un parere legale che promuove senza esitazione le politiche di bilancio attuate dall'azienda. Non è chiaro perchè i due consiglieri, a quel punto, si siano astenuti, anzichè o votare a favore o votare contro il bilancio 2012.

Sul risultato dell'esercizio incidono anche quasi 51 milioni accantonati per le incentivazioni all'esodo attraverso pensionamenti anticipati. Sul fronte finanziario la situazione non è migliore rispetto a quello della gestione: la posizione finanziaria netta al 31 dicembre è negativa per 366,2 milioni di euro, con un peggioramento di 93,8 milioni. E pensare che nel bilancio 2009 la Rai aveva un attivo di cassa di 30 milioni.

Bisogna pensare al futuro. Il 2013 non avrà i costi dei grandi eventi sportivi, come accade negli anni pari: il problema è la raccolta pubblicitaria, come per tutti i media: c'è chi paventa il rischio che la Sipra non raggiunga quota 700 milioni. La Rai è sempre più leader degli ascolti (41,3% in prima serata nel 2012) ma il crollo degli introiti pubblicitari non permette di capitalizzare in termini di ricavi l'ottima performance dei risultati. Il Piano industriale prevede un pareggio nel 2014. Per raggiungerlo non basteranno i tagli ai costi. Bisogna sperare in una ripresa del mercato pubblicitario e, magari, in un provvedimento per ridurre l'evasione dal canone. In Rai, però, prudentemente, nel Piano non hanno previsto alcun provvedimento del genere.

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