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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2013 alle ore 15:32.

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Da una parte lo stato maggiore del Pdl, deciso a difendere il proprio diritto a manifestare in piazza per sostenere le priorità del partito, dall'altra i colonnelli del Pd, duri nel condannare la presenza di alcuni ministri al comizio di Berlusconi contro le toghe politicizzate e a sostegno di una riforma della Giustizia. Il giorno dopo la manifestazione di pazza Duomo a Brescia promossa dal centrodestra, i due maggiori alleati di governo sono nettamente divisi sull'opportunità del comizio. Il Pdl diffonde una nota ufficiale per sottolineare il proprio sconcerto per le polemiche, definendo «assolutamente normale» la partecipazione del presidente Berlusconi e del segretario Alfano.

Il Pd censura la presenza dei ministri a fianco del Cav
Dal fronte Pd, le critiche si sprecano. Il parlamentare Nico Stumpo considera la manifestazione come «la dimostrazione di quali siano le priorità delle forze politiche: per il Pd il lavoro, la salvaguardia di quanti lo hanno perso e le imprese, il motore del Paese. Per il Pdl le questioni legali di Berlusconi. Tutto il resto è il solito campionario di cose di cattivo gusto a partire dal paragone inopportuno con la vicenda Tortora. Bisogna avere rispetto per le istituzioni, soprattutto se le si rappresenta».

Ancora più netto il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, che respinge ogni ipotesi di convergenza sulla riforma della giustizia sollecitata ieri dal Cavaliere: «Sulla giustizia come sulle altre cose, come il lavoro, le nostre idee sono quelle che l'Italia conosce e il governo con Berlusconi non le cambierà». Quanto alle contestazioni che hanno accompagnato il discorso di Berlusconi, per Speranza «La violenza va sempre condannata senza se e senza ma», ma la manifestazione è stata «inopportuna e
sbagliata e del tutto sbagliata è stata «la presenza dei ministri a quella manifestazione».

Cicchitto contro l'Anm "soggetto politico"
Fabrizio Cicchitto, presidente Pdl della commissione Esteri della Camera, prende invece di mira le ultime esternazioni dell'Associazione nazionale magistrati contro il discorso bresciano di Berlusconi: «L'Anm conferma di essere un soggetto politico che interviene sistematicamente in ogni polemica ritenendo che questa sia la sua vera missione, vista anche l'estrema politicizzazione di un settore dei suoi associati. In questo quadro sono ancora più inaccettabili le polemiche sulla presenza a Brescia di Angelino Alfano quasi che egli non sia vicepresidente del Consiglio in rappresentanza del Pdl che ha tutto il diritto di fare manifestazioni sulla politica economica e sociale,sulla politica della giustizia, sulle prossime elezioni comunali».

Vietti (Csm) in difesa delle toghe: a Brescia manifestazione «preoccupante»
In difesa della magistratura e delle toghe si schiera il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che intervistato da Repubblica ricorda che «In un Paese in cui imperversano la criminalità organizzata e quella comune, che è ai primi posti nel mondo per la corruzione pubblica e privata, che registra ogni sorta di violenza sulle donne e in cui la crisi incrementa i reati economici, la magistratura rappresenta un baluardo a difesa della legalità che tutti devono non solo rispettare, ma apprezzare e difendere». Per Vietti, la manifestazione di Brescia è un fatto «preoccupante» che non induce all'ottimismo: «Tutti parlano di pacificazione» ma «per farla sul serio bisogna evitare di appiccare incendi».

L'apprezzamento del Quirinale per le parole chiare di Vietti
Nel pomeriggio, le parole di Vietti incassano il beneplacito del Quirinale. Fonti interne alla presidenza della Repubblica fanno infatti filtrare come il capo dello Stato (che è anche presidente del Csm) abbia apprezzato le parole chiare del suo vice sull'accresciuto ruolo della magistratura a difesa della legalità, dinanzi all'acuirsi di molteplici fenomeni criminosi, e sulla necessità quindi di rispettare, apprezzare e difendere tale ruolo.

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