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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 07:12.

La crisi dell'emittenza locale, è profonda e strutturale, ma le possibilità di rilancio esistono. E' questa, in estrema sintesi, la diagnosi scaturita dall'ottava edizione del RadioTv Forum di Aeranti-Corallo svoltasi a Roma nei giorni scorsi.
Partiamo da alcune riflessioni. Come quelle di Gianni Celata, del DigiLab della Sapienza di Roma: le tv locali sono un vaso di coccio a livello di ascolti.
L'irripetibilità di luoghi ed eventi territoriali
Lo sono rispetto alla crescita dei canali digitali nazionali e del satellite, a scapito dei canali generalisti di Rai e Mediaset (l'ascolto della tv totale è in crescita). Il futuro sta nel racconto del local news, nell'unicità degli eventi, nell'irripetibilità dei luoghi, nell'intrattenimento coi fatti legati alla vita di tutti i giorni. In sintesi secondo Celata: da tv locale a "rete di tv locali", da tv locale a multipiattaforma, da tv di flusso a video on demand, valore della ripetizione, passaggio da schermo televisivo a multischermo.
Questa, almeno, è la sfida.
Il Web impone più professionalità.
Bruno Zambardino, dell'Istituto di Economia dei media della Fondazione Rosselli, completa il discorso. Il pubblico si sposta sui nuovi canali digitali (Discovery, K2) mentre la rete è la piattaforma dove convergono i contenuti dei broadcaster, vedi accordi Rai-You Tube e Mediaset-Italia-on-line. O l'accordo tra Nielsen e Twitter per affiancare all'audience il numero di chi ha citato un programma. La pubblicità continua a calare ma la tv assorbe sempre più del 50% delle risorse. Altro dato interessante: su Google-You Tube (6 miliardi di ore di streaming al mese) solo il 22% dei contenuti è amatoriale e prodotto dagli utenti.
Interessante è il caso francese delle tv locali di servizio pubblico: sono 56 e coprono sette milioni di spettatori ma hanno finanziamenti pubblici. In Italia se ne potrà parlare solo dal 2016, quando scadrà la Convenzione Rai-Stato. La Rai,. intanto, lancia Rai Local, progetto sperimentale per il turismo locale in Abruzzo.
Debolezze e opportunità.
Enrico Menduni, docente al DAMS di Roma Tre, ha elencato le opportunità e le debolezze delle tv locali. Tra queste ultime, il fatto che i clienti sono abituati a contenuti in HD e tendono a scartare programmazione a definizione inferiore. Altra debolezza: le difficoltà di accedere a forme di pagamento da parte dei clienti nel caso delle tv locali.
Le opportunità: "il nostro pubblico, se fidelizzato, lavora per noi" ha detto Menduni, i personaggi dell'emittente sono importantissimi per i social media ma è obbligatorio realizzare delle apps per la mobilità: "lo smartphone è l'evoluzione della radio, il tablet della televisione" (in Italia sono stati venduti più di sei milioni di tablets).
Antitrust, duopolio, limiti ai diritti sono parole desuete?
Qualche riflessione finale: Aeranti non parla mai di antitrust tv. Preferisce chiedere, con il suo presidente Marco Rossignoli, la defiscalizzazione degli investimenti pubblicitari sui media locali. Legittimo. Ma basta ed è giusto? Sono entrambi obiettivi proibitivi, con questa maggioranza, anche se la defiscalizzazione venisse estesa ai media nazionali . Ci sono parole, purtroppo, che sembrano andate fuori uso: duopolio, concentrazione, antitrust, limiti ai diritti sui contenuti. A nostro avviso sono, invece, adattate al nuovo scenario digitale e Web, quelle da cui ripartire per dare delle speranze anche a un'emittenza locale confinata ai margini del sistema da leggi fatte su misura per gli interessi delle tv nazionali. O, meglio, di alcune tv nazionali.
Nessun docente universitario ha detto al Forum che solo le tv nazionali hanno avuto le migliori frequenze digitali, quelle coordinate con i paesi confinanti, lasciando le interferenze alle tv locali....
Senza risorse, diritti ed ascolti è difficile diversificare la produzione di contenuti, news in testa ma non solo, per l'universo multipiattaforma, anche se un po' di fantasia non guasterebbe. Perchè , ad esempio, le tv locali non si associano per acquistare i diritti di alcune web series di ottimo livello, come, ad esempio, Soma la serie o Freaks?.
Troppi errori fatti in passato: le tv locali si ritrovano con una capacità trasmissiva eccedente che non riesce a tradursi in nuovi contenuti, in audience, in social tv, in nuove risorse. Si può continuare a sopravvivere con finanziamenti pubblici precari e sempre in discussione e con una pubblicità in caduta libera?
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