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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 20:44.

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Uber contro Comune di Milano parte seconda. Nella prima puntata l'amministrazione del capoluogo lombardo aveva sostenuto che l'app che consente di prenotare un veicolo con autista via smartphone violasse alcune leggi italiane, mentre l'azienda al Sole 24 Ore aveva risposto sostenendo la regolarità del proprio servizio e di aspettare, eventualmente, una decisione di un giudice per mettere un punto definitivo.

Ora il Comune ribadisce la sua posizione, aggiungendo che ha fatto una segnalazione alle Agenzie delle Entrate perché Uber non paga le tasse in Italia e infine annunciando: «La settimana prossima riceveremo le associazioni di categoria degli Ncc (noleggio con conducente) e i titolari della società Uber in incontri separati. A tutti ribadiremo la ferma volontà del Comune di Milano di garantire servizi sempre migliori agli utenti e il rispetto delle leggi nazionali del settore e che tutti sono tenuti a rispettarle».

I tassisti e il Fai, sindacato Ncc, dal debutto del servizio a Milano e Roma hanno fatto sentire la voce sia online che con manifestazioni sul territorio. L'azienda parla inoltre di aggressioni fisiche e ha proposto una petizione, via mail e online, invitando gli utenti a fare sentire la loro voce. Tra le caratteristiche della mobilitazione c'è il mail bombing al sindaco Pisapia e l'invasione di twitter e facebook.

Uber, per il momento, ha ottenuto un incontro con il Comune, annunciato nella nota odierna firmata dagli assessori alla Sicurezza e Polizia locale Marco Granelli e alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran. Nel comunicato si legge che «le start up sono benvenute» ma «devono rispettare le regole dei settori nei quali operano e non possono pensare che la soluzione sia mobilitare i loro utenti e testimonial per sanare loro eventuali violazioni».

Continua: «Crediamo che sia possibile sviluppare applicazioni per smartphone volte a incrementare il mercato dei noleggi con conducenti nel rispetto delle regole del settore, garantendo in particolare l'obbligo di partenza dell'auto dalla propria autorimessa e la stipula di un contratto preciso al momento della prenotazione. In base alle nostre verifiche riteniamo che l'applicazione Uber non garantisca queste condizioni basilari del servizio di Ncc, che ne rappresentano la distinzione dai taxi (anche perché altrimenti sarebbero taxi) ed è il motivo per cui i titolari di autorizzazione Ncc fermati sono stati sanzionati».

Il Comune invita Uber a «mettersi rapidamente in regola» aggiungendo: «Riteniamo che servizi che vengono sviluppati sul territorio italiano debbano pagare le tasse in Italia, questa non è materia del Comune di Milano ma dell'Agenzia delle Entrate, cui abbiamo girato la documentazione in nostro possesso per le dovute verifiche».

La parte finale della nota è dedicata ai tassisti: «Questo deve però essere uno stimolo anche alla categoria dei tassisti. Premesso che solo un anno fa il servizio taxi di Milano è stato giudicato il quarto migliore d'Europa, oggi serve rinnovarsi ancora e non si può avere paura delle nuove tecnologie, che sono invece una grande prospettiva di crescita economica per il mondo taxi».

Insomma, la pace ancora non è fatta mentre è arrivata la nuova app made in Italy ezDriver che offre un servizio simile. Ovvero la possibilità di prenotare l'auto, vedere dove si trova con il gps con il tempo di attesa previsto e pagare con carta di credito. Anche i servizi di taxi hanno app per smartphone, ma va detto che qualitativamente sono un passo indietro. La risposta finale la darà la tecnologia, una modifica delle condizioni di Uber o il tribunale?

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