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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2013 alle ore 06:54.
L'ultima modifica è del 03 luglio 2013 alle ore 07:14.

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Ministro Wanka, Commissaria Vassiliou, Commissario Andor, Signore e Signori,
vi ringrazio per avermi invitato a questo evento, che cade in un momento in cui il settore pubblico e quello privato stanno compiendo uno sforzo congiunto nel tentativo di risolvere alcuni dei maggiori problemi della società del nostro tempo, quali l'occupazione giovanile e il divario fra la domanda e l'offerta di competenze professionali. Oggi mi rivolgo a voi sia nella veste di membro della European Round Table of Industrialists (ERT), che riunisce circa 50 tra Amministratori Delegati e Presidenti delle più importanti società multinazionali europee, sia nel mio ruolo di Presidente di Telecom Italia.

Le società riunite nella ERT danno lavoro a 6,8 milioni di persone in Europa e investono oltre 51 miliardi di euro ogni anno in ricerca e sviluppo, giocando dunque un ruolo chiave nell'economia europea. La nascita di un'alleanza europea per l'apprendistato ha il nostro pieno sostegno: crediamo, infatti, che una collaborazione tra il mondo dell'industria e quello dell'istruzione, a supporto di programmi per il tirocinio professionale e altre forme di apprendistato, sia fondamentale per fornire ai giovani le competenze richieste oggi. È un dato di fatto che i Paesi con il tasso di disoccupazione rimasto costantemente più basso nel corso del tempo- Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera - sono anche quelli con le migliori pratiche di apprendistato.
Tutti in Europa dobbiamo trovare nuove forme di collaborazione per aumentare il numero e la qualità dell'apprendistato. Tanto più in una fase in cui non c'è crescita economica e si rendono necessarie riforme del mercato del lavoro e dei sistemi di istruzione.
L'Europa sta attraversando una delle più gravi crisi finanziarie dalla Seconda Guerra Mondiale e i Paesi più deboli faticano a rimettere il loro sistema economico in carreggiata. La ripresa dipende da riforme strutturali, in particolare da quelle legate al mercato del lavoro e alla spesa pubblica.

A causa della mancanza di esperienza e di un'inadeguata preparazione, i giovani sono la fascia più colpita dalla crisi. Mentre il tasso di disoccupazione complessivo dei 27 Paesi membri della UE è aumentato di quasi 4punti percentuali dall'inizio del 2008 raggiungendo il 10,9%, la disoccupazione giovanile nello stesso periodo è aumentata di quasi 8 punti percentuali e oggi riguarda quasi ¼ della popolazione giovane.
In alcuni Stati membri il mercato del lavoro ha faticato a crescere addirittura in un contesto in cui il PIL era temporaneamente in crescita. Di fatto, il recupero dell'occupazione ha sofferto per via di fattori strutturali, quali la distanza tra le competenze di coloro che sono in cerca di lavoro e quelle richieste oggi dalle aziende.

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