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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2013 alle ore 06:54.
L'ultima modifica è del 03 luglio 2013 alle ore 07:14.

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La conseguenza di questo fenomeno è che oggi il rischio di disoccupazione è più alto perché il numero di laureati in materie tecniche è diminuito, nonostante la richiesta di questi profili sia aumentata. Questo fenomeno ha contribuito ad allontanare progressivamente il sistema formativo dal sistema produttivo e dalla "cultura del fare"(imporre un modello ideologico per cui il giovane non poteva essere "distratto" dai suoi studi con altre attività, quali il lavoro).

Il governo Monti attraverso il lavoro del ministro Elsa Fornero ha portato a compimento la riforma della formazione professionale introdotta nel 2003, che per molti anni si era dimostrata di difficile attuazione a causa di una "competizione" in questo ambito tra Stato e amministrazioni locali. Il governo Monti ha anche elogiato il valore dei sistemi di istruzione "duali" adottati in Germania in cui al tirocinio in azienda è spesso affiancato un corso di formazione professionale nelle scuole.
Telecom Italia ha contribuito attivamente a dare seguito alle iniziative del governo in questo ambito lanciando, ad esempio, un programma che offre ai giovani laureati l'opportunità di fare un'esperienza all'interno del Gruppo. In particolare, insieme alle Organizzazioni Sindacali, è stato definito un "contratto di apprendistato" per l'istruzione superiore e la ricerca, finalizzato al conseguimento di un diploma di laurea, uno strumento efficace che mette in contatto il mondo delle imprese con quello delle università favorendo l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.
Da allora, Telecom Italia ha siglato protocolli d'intesa con 15 importanti università italiane dando l'opportunità a giovani neolaureati in Ingegneria di lavorare in Telecom Italia con una specializzazione post laurea. Inoltre diamo la possibilità ai laureandi di arricchire il loro ultimo anno di studi con una prima esperienza in azienda.

Siamo infatti convinti che la conoscenza accademica arricchita con competenze professionali acquisite prima della definitiva transizione al mondo del lavoro renda gli studenti più maturi, sicuri di sé e più determinati per il loro futuro.
Sono queste le ragioni per cui l'ERT è fortemente impegnata nel promuovere programmi di formazione professionale: i suoi membri offrono, infatti, ogni anno opportunità di apprendimento e formazione a oltre 65mila giovani. Tuttavia, portare avanti queste iniziative in alcuni Paesi si è rivelato più difficile che in altri; per questo, l'ERT ha recentemente proposto alla Commissione Europea l'avvio di un programma di sensibilizzazione, che prevede il coinvolgimento di cosiddetti "ambasciatori", ovvero rappresentanti delle aziende in grado di trasferire le loro competenze agli istituti di formazione, contribuendo così al lancio di nuovi programmi di apprendistato, in ottica di una più stretta collaborazione tra pubblico e privato. A questo proposito sono lieto di annunciare che Repsol, Deutsche Telekom, KONE, Siemens e Telecom Italia si sono già mosse in questa direzione nominando i propri "ambasciatori".
Personalmente sono coinvolto nel progetto "European Work Corps", iniziativa che unisce imprese e sindacati per individuare nuove forme di collaborazione per la definizione di programmi innovativi per il tirocinio. Ad oggi il gruppo è composto da otto rappresentanti di altrettanti Paesi, già al lavoro per la definizione di una strategia condivisa.

L'articolo è l'intervento di Franco Bernabè all'Alleanza europea per l'apprendistato, che è iniziata ieri a Lipsia.

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