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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2013 alle ore 20:06.
L'ultima modifica è del 05 luglio 2013 alle ore 15:44.

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Si sono verificati violenti scontri fra sostenitori ed oppositori di Morsi nei pressi della Piazza Tahrir del Cairo: le due fazioni hanno iniziato a lanciate pietre e sono stati uditi degli spari, mentre sul posto sono giunte numerose ambulanze. I sostenitori del destituito presidente egiziano si sono avvicinati alla piazza da una sopraelevata dalla quale stanno tirando sassi. Un'auto è stata incendiata. Le truppe egiziane si apprestano ad intervenire per separare e porre fine alle violenze al Cairo, secondo quanto annunciato da un portavoce delle Forze armate.

La guida spirituale dei Fratelli musulmani, Mohamed Badie, ha lanciato un appello all'esercito a non puntare le armi contro la Fratellanza. «L'esercito deve restare lontano dalla politica e l'Egitto non conoscerà mai più il potere militare», ha detto Badie, osannato da migliaia di manifestanti. «Il golpe militare è nullo», ha aggiunto. E poi: «Non possiamo rinunciare a Morsi presidente se non col sacrificio della nostra vita».

Testimoni oculari hanno riferito di diverse persone cadute a terra, colpite dai proiettili: fonti della sicurezza hanno confermato che almeno tre manifestanti sono rimasti uccisi, centrati dai colpi sparati dai militari, ma un portavoce dell'esercito ha smentito che i soldati abbiano usato veri proiettili contro la folla, sostenendo che le forze armate hanno sparato solamente a salve e usato lacrimogeni. Non è escluso, però, che altre forze di sicurezza possano avere aperto il fuoco.

Processo a Mubarak aggiornato al 17 agosto
Il processo all'ex rais egiziano Hosni Mubarak, che si era riaperto questa mattina al Cairo, e' stato aggiornato al 17 agosto. Nel corso dell'udienza, trasmessa in diretta tv, Mubarak era presente in aula, in divisa bianca da detenuto e con gli occhi coperti da occhiali scuri. I suoi avvocati hanno presentato istanza di non colpevolezza per le accuse di corruzione e di ruolo nell'uccisione di decine di manifestanti nella rivoluzione del 2011.Processo a Mubarak aggiornato al 17 agosto

Letta-Bonino: preoccupazione, ora fine violenze
L'Italia chiede la fine della violenza. Il premier Enrico Letta ha incontrato il ministro degli Affari esteri Emma Bonino. Il tema del faccia a faccia è stato quello della situazione in Egitto. I due, spiega una nota di palazzo Chigi, hanno espresso «grande preoccupazione. Da parte italiana si auspicano l'immediata fine di ogni violenza e l'avvio di una transizione rapida e inclusiva». Secondo Bonino, «è indubbio che la situazione è preoccupante. Siamo sull'orlo di un non ritorno», ha spiegato.

Il presidente Mansour scioglie il Parlamento
Nel pomeriggio di venerdì, con la sua prima dichiarazione costituzionale, il presidente egiziano ad interim Adly Mansour ha sciolto il Consiglio della Shura, la camera alta del parlamento del Cairo. Mansour ha anche nominato il nuovo capo del servizio di intelligence, Mohamed Farid al-Tuhami, che prenderà il posto di Mohamed Raafat Shehata, nominato consigliere del presidente per la sicurezza.

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