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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2013 alle ore 06:37.

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PAGINE A CURA DI
Francesca Barbieri
Valentina Maglione
Valentina Melis
Giovanni Parente
Il cantiere è ancora aperto. Polizze assicurative, consigli di disciplina, tirocini, formazione continua, società: a un mese esatto dallo scoccare dell'anniversario della riforma delle professioni (il Dpr 137 del 2012), il mosaico della liberalizzazione deve essere ancora completato. Una riforma partita addirittura dall'agosto 2011 quando la Commissione Ue, di fatto, impose al Governo dell'epoca di avviare anche un processo di apertura nell'accesso agli Albi, soprattutto da parte dei più giovani.
All'appello manca ancora l'obbligo per tutti i professionisti di dotarsi di una polizza assicurativa per la responsabilità professionale: già prorogato di un anno, sarebbe in scadenza il prossimo 15 agosto. Ma ora che il termine si sta avvicinando sale il pressing – a chiederlo è anche il presidente del Cup, Marina Calderone (si veda l'intervista nella pagina a fianco) – per un nuovo rinvio di qualche mese. La stima del Sole 24 Ore sui dati forniti dagli Ordini è che a oggi la quota di assicurati oscilli tra il 50 e il 60 per cento.
I lavori sono in corso su deontologia, formazione e società. A rallentare l'attuazione sono state in alcune circostanze i ritardi o le problematiche legate ai rinnovi dei Consigli nazionali (come nel caso di commercialisti e dei geometri).
Un discorso a parte va fatto, invece, per gli avvocati: il Consiglio nazionale forense è al lavoro per rendere operativa la riforma di categoria (legge 247/2012), entrata in vigore il 2 febbraio.
La copertura professionale
L'obbligo di avere una polizza assicurativa per la responsabilità professionale – e di comunicare gli estremi e il massimale ai clienti – sarebbe dovuto scattare un anno fa. Il Dpr di riforma delle professioni ha però concesso un rinvio di un anno per consentire ai Consigli nazionali e alle Casse dei professionisti di negoziare convenzioni collettive con le compagnie assicurative da proporre agli iscritti. Una chance che le professioni giuridico-economiche possono offrire: al di là del Notariato (l'assicurazione per gli iscritti è stata stipulata nel 1999 ed è diventata poi obbligatoria nel 2006), i Consigli nazionali di commercialisti e consulenti del lavoro hanno negoziato convenzioni quadro. Mentre i tecnici hanno privilegiato soluzioni aperte: gli ingegneri hanno indicato in una circolare le polizze idonee a garantire gli iscritti, mentre architetti e periti agrari puntano su più convenzioni quadro.
L'individuazione della polizza giusta ha richiesto spesso un percorso piuttosto lungo di catalogazione dei rischi legati alla professione, come per esempio nel caso dei biologi. Quasi tutti gli Ordini, poi, hanno cercato di strappare alle compagnie assicurative proposte più favorevoli per i giovani, e di garantirsi una copertura "postuma", cioè anche per i danni denunciati dal cliente a distanza di anni.

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