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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2013 alle ore 20:00.
L'ultima modifica è del 15 agosto 2013 alle ore 14:55.

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«Condanniamo fermamente la violenza contro i civili», la cooperazione non può continuare con l'Egitto nelle attuali modalità: lo ha dichiarato da Martha's Vineyard, dove sta tarscorrendo le vacanze, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, cancellando le esercitazioni militari congiunte biennali con l'Egitto. E annunciando che ulteriori iniziative potrebbero essere prese.

«L'America non può determinare il futuro dell'Egitto, è un lavoro che spetta agli egiziani. Meritano di meglio rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi giorni», sottolinea Obama. Sono gli egiziani che devono determinare il loro futuro: gli Stati Uniti sono un partner dell'Egitto nella ricerca della democrazia. E gli Usa non si schierano con nessun partito o figura politica, conclude il presidente.

Parigi e Londra chiedono una riunione urgente dell'Onu
Francia e Gran Bretagna hanno chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

La moschea Al Iman al Cairo trasformata in obitorio
Decine di cadaveri, avvolti in un lenzuolo bianco e in alcuni casi raffreddati da una busta di plastica verde piena di ghiaccio, sono allineati in alcune tra le principali moschee del Cairo, come la al Iman di Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa. Secondo alcuni testimoni i cadaveri, diversi dei quali presentano forti ustioni, sarebbero addirittura intorno ai 250.

Scontri a Giza e Alessandria
Scontri sono scoppiati tra dimostranti pro-Morsi e polizia ad Alessandria d'Egitto e a Giza. Lo riferiscono fonti sul posto, precisando che si possono sentire colpi d'arma da fuoco.

«Fuoco contro chi tenta di attaccare i siti strategici»
Il ministero dell'Interno ha autorizzato polizia e militari a sparare contro chiunque tenti di attaccare le forze di sicurezza o siti strategici. Lo afferma un comunicato del dicastero citato dalla tv di Stato.

Sale il bilancio delle vittime
Intanto sale ancora il bilancio fornito dal ministero della Salute egiziano, delle vittime degli scontri di ieri in tutto il Paese: i morti sono 525. E mentre nella capitale per il coprifuoco sembra regnare una pace spettrale circa 3.000 Fratelli musulmani hanno eretto nuove barricate a Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa, davanti alla moschea di al Iman al Cairo.

Sarebbe di «oltre 4.500 morti il bilancio, la conta prosegue e anche l'identificazione in tre moschee, tre ospedali e 2 obitori» riferisce via Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad, dopo lo sgombero delle piazze dei pro-Morsi al Cairo e altre vittime nel Paese. Non è possibile verificare indipendentemente la notizia. «Oltre 1.000 morti si contano negli scontri fuori dal Cairo, in tutto il Paese», aggiunge Gehad El-Haddad.

Bonino: repressione inaccettabile
In Egitto «La repressione messa in opera è stata brutale, inaccettabile e inescusabile»: Lo ha detto il ministro degli esteri Emma Bonino dopo avere visitato oggi il carcere romano di Rebibbia. Bonino, che ha in programma un colloquio telefonico con Catherine Ashton, la responsabile della diplomazia dell'Unione europea, ha ricordato che «L'esercito serve a proteggere dalle minacce esterne, non a sparare contro la popolazione».

Tolto il coprifuoco nell'area dei resort sul mar Rosso
Intanto il governo provvisorio ha deciso di togliere il coprifuoco nell'area dei resort sul Mar Rosso, nel Sud Sinai. La decisione dell'esecutivo è arrivata dopo la richiesta del ministro del Turismo Hisham Zaazoue affinché «la città di Sharm el Sheikh possa offrire servizi ai turisti».

Ieri, il sito Viaggiaresicuri della Farnesina aveva messo in guardia da possibili disagi anche nei resort turistici, in un nuovo avviso per gli italiani in viaggio nel Paese. La decisione del governo, su input del ministro del Turismo, è arrivata proprio per consentire alle località turistiche di garantire i propri servizi ai turisti. La scorsa settimana erano almeno 14.000 i turisti italiani nelle località del Mar Rosso.


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