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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2013 alle ore 09:05.

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Nel blitz che ha portato alla cattura della guida dei Fratelli musulmani Mohamed Badia, è stato arrestato anche il portavoce dell'Alleanza delle formazioni pro-Morsi Youssef Talaat. Lo riferiscono le tv egiziane.

Venticinque poliziotti egiziani sono stati uccisi a Rafah, nel nord del Sinai, in un attacco al convoglio militare su cui stavano viaggiando. Inizialmente si era diffusa la notizia di un attentato con Rpg e granate. Ma la seconda ricostruzione, confermata da fonti della sicurezza, parla di una vera e propria esecuzione: i militari stati fatti scendere dai due blindati che li trasportavano, messi in riga e giustiziati a sangue freddo. Al bilancio della strage si aggiungono altre due vittime. Un ufficiale delle forze di sicurezza, Ahmed Gaala, è stato freddato «da un cecchino» mentre saliva a bordo di un blindato ad Al Arish. E un poliziotto è morto durante scontri in città, nell'attacco di uomini armati alla sede di una banca e della Procura Militare.

Gli Usa rimandano la decisione sugli aiuti all'Egitto
Gli stati Uniti stanno esaminando l'assistenza americana all'Egitto, in campo militare e economico. Ci saranno cambi o rettifiche se necessario. Lo afferma il Dipartimento di Stato americano rinviando di fatto una decisione circa l'eventuale stop agli ingenti aiuti che Washington invia al Cairo.

Riad: pronti a compensare tagli aiuti Usa ed Europa
Ma lo stop di aiuti del doppio fronte Ue-Usa sarebbe tamponato dai Paesi arabi del Golfo, legati all'Arabia Saudita. Il governo di Riad si è dichiarato «pronto a intervenire» di fronte all'ipotesi di decisioni punitive dell'Ue verso Il Cairo in seguito alla repressione di questi giorni e di «tentazioni» degli Usa in direzione analoga. I sauditi, che destinano robusti finanziamenti all'Egitto e hanno sostenuto a spada tratta la deposizione del presidente Mohamed Morsi (Fratelli Musulmani) da parte dei militari, compenserebbero i tagli considerati da europei e statunitensi.

Scarcerazione in 48 ore per Mubarak
Le autorità giudiziarie egiziane hanno disposto la scarcerazione per l'ex presidente Hosni Mubarak. Contro l'ex leader sono cadute alcune delle accuse più gravi legate alla corruzione, a quanto riferisce il suo legale Fareed e--Deeb. L'avvocato ha anche reso noto che Mubarak sarà rilasciato entro 48 ore. Mubarak, 85 anni, sarà comunque chiamato a processo il prossimo 25 agosto per rispondere delle accuse di complicità nella morte dei manifestanti durante le rivolte del 2011.

Mubarak «riavrà indietro il suo grado militare» di generale, «uscirà entro le prossime 48 ore e andrà a casa o in un ospedale militare»: lo ha detto all'ANSA Farid el Dib, avvocato dell'ex rais.

Morti per asfissia i 36 detenuti
Nel frattempo, il Ministero degli Interni del Cairo ha reso noto che i 36 Fratelli Musulmani sotto arresto dalla polizia egiziana e morti ieri durante un tentativo di evasione sono stati asfissiati dai gas lacrimogeni utilizzati dagli agenti. Il tentativo di fuga è avvenuto durante il trasferimento verso un carcere alla periferia del Cairo: il convoglio militare trasportava circa 600 detenuti, alcuni dei quali hanno cercato di evadere dopo aver sequestrato un agente.

Riunione d'emergenza degli ambasciatori Ue
Gli ambasciatori dei paesi Ue si riuniranno in vista del consiglio straordinario dei ministri degli Esteri, decisivo per la revisione dei rapporti diplomatici con l'Egitto. Tra le opzioni c'è la possibilità dello stop degli accordi di cooperazione commerciale con Il Cairo. Lo scorso novembre l'Ue ha annunciato un pacchetto finanziario di oltre 5 milioni di euro in prestiti e aiuti, destinati a sostenere per due anni la transizione politica e lo sviluppo economico dell'Egitto. Al vaglio anche l'ipotesi-embargo sulla vendita di armi.

Morsi deve rispondere di «complicità in omicidio e tortura»
Fonti giudiziarie al Cairo hanno riferito che il destituito presidente Mohamed Morsi deve rispondere da oggi di un nuovo capo d'accusa per "complicità in omicidio e tortura" dei manifestanti che erano scesi in piazza davanti al palazzo presidenziale alla fine del 2012. Un giudice egiziano ha condannato il deposto presidente Mohamed Morsi a 15 giorni di carcere per un nuovo caso di incitamento alla violenza. Lo ha reso noto l'agenzia di stato.

Il ministro: l'Egitto è sulla strada giusta
Il ministro degli Esteri Nabil Fahmy, in Sudan nella sua prima visita all'estero dopo la morte di centinaia di persone negli scontri tra islamisti egiziani e forze di sicurezza, sostiene che l'Egitto sia sulla «strada giusta» per uno sviluppo positivo.
«Sì, c'è una crisi ma siamo sulla strada giusta e credo nel futuro», ha dichiarato Fahmy dopo colloqui con il suo omologo sudanese Ali Karti.

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