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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2013 alle ore 13:00.
L'ultima modifica è del 17 agosto 2013 alle ore 09:37.

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(Reuters)(Reuters)

La polizia ha iniziato l'operazione di sgombero nella moschea al Fatah, al Cairo: le immagini delle tv arabe mostrano gli agenti che hanno aperto la porta e tentano di abbattere il blocco frapposto all'ingresso. (Ansa, ore 13.10)

La polizia "ci ha avvertito che prenderà d'assalto la moschea alle 13 se non usciremo prima": lo afferma un comunicato dei pro-Morsi asserragliati da ieri sera nella moschea al Fatah al Cairo. (Ansa, ore 12.46)

Aman el Badia, figlio della guida dei Fratelli Musulmani, Mahomed, è stato ucciso ieri da colpi di arma da fuoco a piazza Ramses al Cairo: lo annuncia la stessa Confraternita. Il figlio di Badia aveva 38 anni, era padre di due figli. (Ansa, ore 12.41)

Colpi di arma da fuoco risuonano davanti alla moschea al-Fath, a piazza Ramses al Cairo, dove sono asserragliati di sostenitori pro Morsi. (Ansa, ore 11.23)

di Ugo Tramballi

Mohamed Badie, la guida suprema della fratellanza sapeva di mentire, convocando una «giornata della rabbia pacifica». La contraddizione in termini fra rabbia e pace sarebbe evidente anche in condizioni più normali. Ma l'Egitto è sull'orlo della guerra civile: quella di ieri è stata un'altra giornata pesante con centinaia di morti. Non è una condizione di normalità per garantire manifestazioni pacifiche, come aveva fatto Badie.

Questa volta gli scontri si sono avvicinati al centro della città. Smantellato dai militari il presidio di Nasr City, all'estrema periferia orientale del Cairo, alla fine della preghiera di mezzogiorno la fratellanza si è messa in marcia verso piazza Ramses: pericolosamente vicina a piazza Tahrir e al cuore della capitale. Gli scontri sarebbero iniziati quando gli islamisti hanno preso d'assalto la stazione di polizia più vicina a Ramses. I lacrimogeni che sporadicamente venivano lanciati dalla polizia sono stati sostituiti da colpi e poi raffiche di arma da fuoco. Anche gli islamisti avrebbero usato munizioni vere. Una televisione ha filmato un uomo tra la folla, armato di Kalashnikov e testimoni affermano di aver visto gli elicotteri dell'esercito sparare sulla folla.

Solo in piazza Ramses, dove in tempi tranquilli arrivano i treni da Alessandria, sarebbero morte 53 persone. Ci sono stati scontri e vittime ad Alessandria (si parla di 40 morti), Ismailiyah, Damietta, Fayum. Manifestazioni anche a Urgada, l'oasi sul Mar Rosso piena di resort e di turisti. È difficile avere un quadro chiaro e completo della situazione perché la vittima quotidiana di questo conflitto, come di ogni altro, è la verità: ammesso ne esista una. Le due parti rivendicano la capacità di mobilitare milioni di persone.

«Il popolo vuole fermare il colpo di stato», era lo slogan di ieri della fratellanza. Ma da giorni le manifestazioni si diradano. Ieri in nessuna città c'era il milione di arrabbiati promessi da Badie. E dall'altra parte non ci sono state tracce della manifestazione a favore del governo, annunciata dai Tamarrud, il movimento che aveva organizzato la prima protesta contro Mohamed Morsi, il 30 giugno.

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