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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2013 alle ore 21:00.
L'ultima modifica è del 21 agosto 2013 alle ore 11:09.

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L'ipotesi di un ultimatum Pdl su agibilità politica di Berlusconi
In mattinata, durante la conferenza stampa con il cancelliere austriaco, a una domanda su come avrebbe reagito se, nel corso dell'incontro con gli esponenti del Pdl - un'ultima mediazione - , l'alleato di governo gli avesse posto una sorta di ultimatum sull'agibilità politica di Berlusconi - garanzie entro 10 giorni su Berlusconi, oppure tenuta dell'Esecutivo a rischio - il presidente del Consiglio aveva confidato: «sarebbe paradossale se, dopo aver tenuto duro nei momenti più duri della crisi, ora che si possono cogliere i frutti della ripresa si finisse per avvitarsi su questioni di politica interna». «Confido nella responsabilità di tutti. La mia c'é», aveva sottolineato Letta, ripetendo il suo appello per cui «ognuno faccia la sua parte». In un'intervista rilasciata ieri alla tv austriaco, Letta aveva spiegato: «Il Governo lavorerà finché avrà la fiducia del Presidente della repubblica e del Parlamento».

Faymann: ho conosciuto Berlusconi, non è garante della stabilità
«Ho conosciuto Silvio Berlusconi e non ho mai pensato che sia un garante della stabilità - aveva affermato in mattinata, durante la conferenza stampa il primo ministro austriaco Werner Faymann - per cui sono contento di aver incontrato il presidente Letta che sta andando nella giusta direzione».

Il premier: cogliere la ripresa richiede scelte impegnative
Sulle priorità dell'Esecutivo, Letta aveva ribadito: la lotta alla disoccupazione sarà «il cuore del semestre italiano» nell'Unione europea, da luglio a dicembre 2014. Una delle priorità, aveva avvertito , sarà quella di agganciare la ripresa. E cogliere la ripresa significa fare scelte impegnative». «L'Europa deve farsi carico di grandi investimenti - aveva continuato il presidente del Consiglio -, se riuscirà a liberare risorse per gli investimenti, questo creerà lavoro».

Sull'unione bancaria: se fosse esistita avremmo salvato miliardi
Nell'incontro in Austria Letta ha parlato anche dell'unione bancaria. Dopo le decisioni Ue di giugno sull'Unione bancaria, che sono «il punto di non ritorno», ora bisogna applicare quelle decisioni, «per evitare che i risparmiatori europei debbano pagare per gli sbagli delle banche». «Se unione l'bancaria fosse esistita tre anni fa e fosse stata già funzionate - ha aggiunto il premier - avremmo evitato di spendere in Europa decine di miliardi di euro che avremmo potuto utilizzare in altro modo».

Italia Paese con i conti in ordine
«L'Italia - ha ricordato il premier - oggi è uscita dalla procedura di deficit, siamo un Paese con i conti in ordine, ma allo stesso tempo mettevamo soldi per salvare i sistemi bancari altri Paesi europei. Avremmo potuto usare quei soldi per investimenti e competitività» (An.C.).

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