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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2013 alle ore 18:24.

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Tallinn - Sognando Skype, a Tallinn spunta una start up dietro l'altra, tutte con un'idea fissa: emulare la compagnia fondata qui nel 2003, diventata un'icona della new technology e comprata nel 2011 da Microsoft per 8,5 miliardi di dollari. Pochi ecosistemi possono dirsi più favorevoli. Per tassazione, infrastrutture tecnologiche, attitudine hi-tech e assenza di burocrazia, Tallinn e l'Estonia sono un enorme incubatore di smart businesses. Per cominciare serve solo un'idea.

L'Estonia è uno dei Paesi più connessi al mondo e l'utilizzo delle nuove tecnologie ha permeato gli aspetti più ordinari della vita quotidiana. Tre famiglie su quattro hanno una connessione a banda larga e il 94% dei contribuenti paga le tasse online, in pochi click. Anche il parcheggio può essere pagato con l'i-phone, magari dopo aver "fatto il pieno" all'auto elettrica in una delle 27 stazioni di ricarica della città. A Tallinn, l'accesso a internet è un «social right», come l'acqua o l'elettricità. Le carte d'identità elettroniche, in mano al 90% della popolazione, consentono di chiedere una prescrizione medica o di controllare se i figli sono a scuola e che voti prendono, dal pc o dallo smart phone. Ma servono anche a votare via web, come nel 2011 ha fatto il 24% degli elettori. «Io l'ho già fatto tre volte - racconta Evelin Alliksoo - anche se la cosa che ci piace di più è la possibilità di pagare le tasse online, è facilissimo e in pochi giorni si ottengono i rimborsi fiscali». Evelin ha un'agenzia di guide turistiche aperta rigorosamente online. Grazie all'e-business register le pratiche necessarie si sbrigano in 18 minuti e ormai quasi tutte le nuove aziende nascono così. Senza notai né file agli sportelli.

L'Estonia è un pionere dell'e-government studiato in tutto il mondo. Non a caso l'anno scorso Tallinn ha battuto Parigi nella gara per la sede dell'Agenzia che gestisce i sistemi informatici di Schengen. E dal 2008 ospita il centro Nato per la cyber difesa, dove esperti simulano attacchi informatici e insegnano come proteggersi.

L'innervatura hi-tech di Tallinn si irradia dal distretto di Ülemiste, a 10 minuti d'auto dalle torri medioevali del centro della città, patrimonio culturale dell'Unesco. Qui si alzano i cantieri di Technopolis, la città Ict del futuro, poggiata sui 33 ettari dell'ex complesso industriale Dvigatel, fabbrica di armi da dove in era sovietica uscivano progetti di scudi anti-missile, ma anche i primi computer per le scuole. Alcune strutture, esemplari di archeologia industriale, sono state riconvertite per ospitare imprese hi-tech (in tutto ce ne sono 200, per 3.300 addetti), altre sono state abbattute e sostituite da palazzoni in vetro e cemento, come la sede dell'Ict Demo centre, l'interfaccia con l'esterno per questa piccola Silicon Valley. Nei suoi uffici, Juan Sáenz-Diez, consulente finanziario della società di venture capital spagnola Atomm, è venuto a caccia di opportunità di business: «Estonia e Spagna - dice - sono tanto lontane geograficamente quanto lo sono per sviluppo tecnologico. Qui ci sono grandi possibilità d'investimento, un Governo efficiente, tasse basse, infrastrutture tecnologiche: è il posto ideale per fare impresa. Perché uno dovrebbe preferire la Spagna o l'Italia?».

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