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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2013 alle ore 15:28.

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Al via lunedì la rimozione della Costa Concordia - Foto

«Un'impresa mai tentata prima». Così il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha definito il raddrizzamento del relitto della Costa Concordia che scatterà lunedì mattina. Lo ha detto presentando oggi alla stampa a Roma, il "Parbuckling project", il progetto per la rotazione di 65° della nave, naufragata il 13 gennaio 2012 all'isola del Giglio. Gabrielli, che è anche commissario delegato del governo per l'emergenza Giglio, ha confermato che l'operazione (che dovrebbe durare tra le 10 e le 12 ore) partirà, condizioni meteo marine permettendo, alle 6 di mattina di lunedì 16 settembre.

Tutte le fasi del progetto approvate e validate
Gabrielli ha subito messo le mani avanti, negando che ci siano stati dei litigi e assicurando che «tutte le polemiche sorte in queste ultime ore sono sterili, infondate e strumentalmente veicolate», facendo riferimento a una lettera di fine agosto del ministro Orlando in cui si chiedevano chiarimenti per i numerosi rischi ambientali legati all'operazione Concordia. Il capo della Protezione civile ha voluto perciò ringraziare pubblicamente« il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Filippo Patroni Griffi. Tutti loro, ha detto, «hanno accertato la bontà delle operazioni condotte fin qui e del metodo adottato». Insomma: tutte le fasi del progetto, «sono state approvate e validate».

L'incertezza sulla tenuta della nave
Lunedì, ha spiegato Gabrielli, «ci sarà la prova del nove e vedremo i riscontri del lavoro fatto in questi mesi. Come tutte le cose mai sperimentate prima, ci sono elementi di incertezza e non lo dico perché voglio mettere le mani avanti riguardo ad eventuali conseguenze, ma solo per far capire bene di cosa stiamo parlando». I modelli preparati per il parbuckling indicano come remota la possibilità di rottura della nave nel corso dell'operazione. I rischi maggiori per la riuscita del progetto, ha rilevato il capo della Protezione Civile, risiedono non nella tenuta dei cavi ma nel comportamento che la struttura della nave avrà quando sarà sottoposta alle «sollecitazioni della rotazione» .

Nessun piano alternativo
Gabrielli ha poi puntualizzato che non esistono piani alternativi. «Il solo piano B è legato alle criticità che si dovessero verificare nel corso delle operazioni». Tra questi lo sversamento di liquidi e sostanze inquinanti che si dovesse verificare nel corso delle operazioni di raddrizzamento della nave. Ma il commissario ha assicurato che nulla è stato lasciato al caso e che «abbiamo predisposto il piano di limitazione di sversamenti che possono avvenire in quantità limitate o quantità più considerevoli». Quanto alla decisione di far partire l'operazione adesso, ha assicurato che «settembre dal punto di vista meteorologico è un periodo ottimale», e che «gli studi e le analisi compiute hanno accertato che se l'intervento fosse cominciato nella primavera del 2014, non avremmo saputo se la nave poteva resistere in quella posizione».

Concordia smaltita probabilmente a Piombino
Sul fronte della destinazione della Costa Concordia, il capo della Protezione civile ha aggiunto che il relitto «sarà smaltito a Piombino se il porto sarà in grado di ricevere la nave quando questa sarà in condizioni di muoversi dall'isola del Giglio». Altrimenti «insieme a Costa Crociere valuteremo destinazioni alternative».

Oltre 600 milioni per la rimozione
Gabrielli, che sarà audito domani dalla Commissione ambiente della Camera, ha ricordato infine che tutta l'operazione di rimozione non avrà impatti sulle tasche dei contribuenti, ma sarà a carico di Costa Concordia (e delle sue assicurazioni). Per un costo totale valutato dall'armatore in circa 600 milioni, «con tendenza a crescere»

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