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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2013 alle ore 15:15.

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Lodo Mondadori, la Cassazione respinge ricorso. Fininvest dovrà risarcire 494 milioni a Cir - De Benedetti: acclarata la verità. Marina: schiaffo alla giustizia - La vicenda

Nuova censura del Palazzaccio - definitiva - sulle scelte che hanno permesso a Silvio Berlusconi di costruire il suo impero mediatico. La III sezione civile della Corte di cassazione ha respinto infatti oggi il ricorso della Fininvest contro la Cir di Carlo De Benedetti per il risarcimento del cosiddetto "Lodo Mondadori", che agli inizi degli Anni 90 pose fine allo scontro giudiziario-finanziario tra i due imprenditori per il possesso della Arnoldo Mondadori Editore. Per i giudici, il risarcimento riconosciuto a Cir rimane in sostanza confermato anche se con un ritocco al ribasso (circa 24 milioni di euro) sulla cifra liquidata dai giudici di II° grado e pari a 564,2 milioni di euro.

Accolto parzialmente solo uno dei 15 motivi di ricorso Fininvest
In particolare, la Suprema Corte, nella sentenza di oltre 180 pagine appena depositata e relativa all'udienza svoltasi lo scorso 27 giugno, ha accolto, parzialmente, solo uno dei 15 motivi della difesa Fininvest. In particolare il tredicesimo, relativo al reclamo per l'eccessiva valutazione delle azioni del gruppo L'Espresso. Sul punto i supremi giudici hanno «cassato senza rinvio il capo della sentenza di appello contenente la liquidazione del danno in via equitativa, come stimata nella misura del 15% del danno patrimoniale già liquidato». Il che porterebbe, considerando gli interessi, a circa 70 milioni di euro la cifra che la Cir dovrà restituire a Fininvest.

Corruzione imputabile anche al Cavaliere, corretto il giudizio in appello
In un passaggio della sentenza, i giudici confermano e sottolineano la correttezza della sentenza di II° grado risalente al 2011. Per il collegio, la valutazione operata dai giudici d'appello di «elementi e argomenti di prova», ai soli «fini civilistici di ricondurre alla società Fininvest la responsabilità del fatto corruttivo imputabile anche al dottor Berlusconi, senza alcuna ulteriore finalità di ripercorrere le tappe di un giudizio penale ormai concluso irrevocabilmente», risulta «esente da vizi logico giuridici e correttamente motivata».

Previti "organico" a Fininvest, si occupava di corrompere le toghe
Nel ripercorrere i fatti principali della vicenda del Lodo Mondadori così come ricostruiti dai giudici della Corte d'appello, la Cassazione conferma anche il ruolo dell'avvocato Cesare Previti, che «doveva ritenersi organicamente inserito nella struttura aziendale» della Fininvest e «non occasionalmente investito di incarichi legali conseguenti alle incombenze demandategli». Tra queste, «rientravano anche l'attività di corruzione di alcuni magistrati, attuate allo scopo di conseguire illeciti vantaggi per l'azienda nella quale Previti svolgeva i suoi compiti e la sua attività».

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