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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2013 alle ore 14:51.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2013 alle ore 20:20.

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(Agf)(Agf)

Esame superato. «È un ulteriore test che abbiamo passato nell'ambito delle procedure più severe di coordinamento delle politiche fiscali». Così il ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni al termine dell'Eurogruppo riunito oggi a Bruxelles.

Saccomanni: riconosciuta importanza misure prese
«Complessivamente il risultato della riunione dell'Eurogruppo è del tutto positivo per l'Italia», ha spiegato Saccomanni per il quale «è stata riconosciuta l'importanza delle nuove misure prese in parallelo con la legge di bilancio che nessuno ci ha chiesto di modificare». Per il ministro è stato anche importante spiegare all'Eurogruppo che il debito «al netto del pagamento dei debiti della Pa, autorizzato da Bruxelles, e del contributo al fondo salva-Stati Esm, non è cresciuto, quindi non abbiamo seguito politiche espansive».

Ripresa ci sarà senza incertezza politica permanente
Il ministro ha perciò assicurato che «l'Italia aggancerà la ripresa a fine anno o inizio del prossimo». L'unica cosa che ce lo può impedire è «che ci sia incertezza politica permanente», ha aggiunto il minsitro.

Nessuna modifica alla legge di stabilità
Che la legge di stabilità «non sarà modificata» Saccomanni lo aveva già detto entrando alla riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles.«I rilievi di Bruxelles sono sulla bozza presentata il 15 ottobre, da allora ci sono state nuove cose e illustrerò le nuove misure come privatizzazioni, spending review, il progetto quote Bankitalia, che secondo noi rispondono a richieste Ue», ha spiegato Saccomanni. Saccomanni ha aggiunto che le misure prese «vanno incontro alle richieste della Commissione europea» e ha ricordato il commento del presidente Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem sull'Italia che ha detto come «non sia stata avanzata nessuna richiesta di modifica dei progetti di bilancio».

Misura per rientro capitali non è né condono né scudo
Saccomanni aveva aggiunto che le disposizioni in cantiere per il rientro dei capitali all'estero non rappresentano «un condono e neppure uno scudo». Lo aveva detto spiegando che si tratta di un intervento strutturale perché incide nelle relazioni dello Stato con il contribuente «distinguendo tra il contribuente onesto e collaborativo e il contribuente non collaborativo».

Rehn: ok privatizzazioni, ma ora interventi strutturali
Intanto il governo ha incassato oggi un primo giudizio favorevole dalla Commissione Ue sul pacchetto di disnissioni da 10-12 miliardi. «Le privatizzazioni decise ieri dal Governo italiano sono una misura «una tantum» che può avere un impatto, oltre che sul debito, «anche sull'efficienza dell'economia italiana» ma, «resta la necessità di procedere con misure strutturali» perché Bruxelles permetta all'Italia di utilizzare la "clausola per gli investimenti" nel 2014. Lo ha detto Simon Ò Connor, portavoce del vicepresidente della commissione Ue Olli Rehn, aggiungendo che «in questo contesto il vicepresidente Rehn ha parlato di spending review e dell'anticipo delle misure» perché abbiano effetto già nel 2014. «Il governo italiano ha già avviato il processo - ha proseguito Ò Connor - e aspettiamo maggiori dettagli per poterci pronunciare su questo: valuteremo se il governo riuscirà ad anticipare le revisione delle spese e ne avremo l'occasione quando presenteremo le nostre previsioni economiche di inverno, probabilmente a febbraio».

Dijsselbloem: rischi Italia? Nessuna bozza è stata rigettata
«È chiaro che ci sono Paesi che devono fare più di altri ma questo è un processo in corso, alcuni governi dovranno tornare con le leggi di bilancio definitive e per altri le decisioni saranno prese a febbraio con le previsioni», così il presidente dell'eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha risposto a chi gli chiedeva se fosse preoccupato della situazione dell'Italia la cui legge di stabilità è stata giudicata a rischio da Bruxelles. Dijsselbloem, entrando alla riunione straordinaria dell'Eurogruppo incaricata di discutere i pareri della Commissione sulle leggi di stabilità della zona euro, ha spiegato che «in questo momento ci sono molti Paesi a rischio» di non rispettare il Patto di stabilità con le attuali bozze di finanziarie. Ma comunque «non c'è nessuno con un piano insufficiente dato che non ne è stato rigettato alcuno»

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