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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2014 alle ore 07:00.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:40.

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«Non ho capito di cosa sta parlando, scusi?»

Quando si ha lei come interlocutore, come si fa a capire in quale veste lei interloquisce?
«Quando io parlo dell'aeroporto di Firenze interloquisco come presidente dell'Aeroporto di Firenze, quando parlo dei miei business privati interloquisco come imprenditore. Non voglio conflitti di interessi nemmeno a diecimila miglia: nessuna delle mie aziende ha mai lavorato per il Comune o per l'Aeroporto di Firenze. Mi attengo alle leggi italiane, a quello che dovrebbero fare tanti italiani e a quella che è la mentalità americana».
Parlando di mentalità americana sul conflitto d'interesse, non trova inopportuno ricevere denaro con la mano destra in quanto socio-fondatore della Fondazione Big Bang e con la mano sinistra in quanto socio-fondatore di Cambridge Management e YourFutures. Magari dalle stesse persone?

«Che? Scusi, ma cosa dice? Da chi avrei ricevuto soldi io?»
Dai finanziatori di Fondazione Bing Bang e dagli investitori di Cambridge e YourFuture.
«Ma che dice? Cambridge Consulting e YourFuture sono società di consulenza… non ricevo soldi».
Sono entrati dei soci, che hanno investito dei soldi. E le stesse persone hanno messo dei soldi nella Fondazione.
«Io non vado a vedere le visure camerali… non mi competono queste cose. A me compete assicurarmi che tra i miei soci non ci siano dei delinquenti... E' un reato quello che sto facendo? No».

Noi parlavamo di potenziali conflitti di interesse, non di reati. E su quello, in America, vige un motto: better safe then sorry - traducibile in meglio circospetti che pentiti.
A parte la politica, l'amministrazione pubblica e gli affari, c'è la sfera religiosa. Marco Carrai appartiene a una famiglia profondamente cattolica, nella quale è consuetudine andare a Lourdes o farsi il segno della croce prima di mangiare. Profondamente cattolico anche lui, oltre all'Azione cattolica, è da sempre vicino a organizzazioni spesso associate al potere temporale. Ci riferiamo alla Compagnia delle Opere, braccio economico di Comunione e Liberazione (che in Toscana ha avuto suo cugino Paolo tra i fondatori) e all'Opus Dei.

Sulla scena politica italiana l'Opera si è affacciata in vari modi. Il contributo che probabilmente ha avuto l'impatto più significativo l'ha dato favorendo l'incontro tra Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi. «La mia formazione è legata all'Opera, che lascia un'impronta indelebile sugli uomini che ha formato», ha spiegato il senatore co-fondatore di Forza Italia in un'intervista a La Stampa. «Cominciai a frequentare la loro residenza universitaria. Direttore era (…) un sacerdote dell'Opera (…) che aveva fatto l'università con un giovane di cui mi parlò molto bene, Silvio Berlusconi. Mi diede il suo numero e mi disse: "Se vai a Milano chiamalo, è un ragazzo in gamba"». Il resto è storia. Politica e non.
Vari articoli di giornale hanno associato Carrai all'Opera. Gli abbiamo perciò chiesto se ne è membro.

«No!», ha risposto pronto.
Che rapporti ha con l'Opus Dei?
«Che rapporti ho con l'Opus Dei??? Zero!».
Nella sua pagina personale del sito LinkedIn, oltre alle cariche pubbliche, viene citata solo Artes, un'associazione dell'Opus Dei. Come mai?
«Artes è una bella cosa, io conosco il direttore… come conosco tante altre persone».
In occasione dell'uscita del film tratto dal bestseller di Dan Brown Il Codice da Vinci, Carrai ha sentito l'urgenza di intervenire a difesa di un'istituzione che riteneva ingiustamente bistrattata. Da un romanzo. E dopo aver ingaggiato due studiosi italiani e un sacerdote dell'Opus Dei, ha curato la pubblicazione di un libello di rettifica intitolato Codice da Vinci: bugie e falsi storici. Gli abbiamo chiesto il motivo.
«In ospedale ho letto tanti libri. Incluso quello di Brown», ha risposto. «E ho trovato che diceva una marea di cazzate».

Che sapeva lei dell'Opus Dei per arrivare a questa conclusione?
«C'erano scritte cose talmente strane che mi sembravano cavolate… sembravano il peggio del peggio che c'era al mondo… Io alcune persone dell'Opus Dei le conoscevo… il mio professore… uno dei miei professori di economia era dell'Opus Dei, e le assicuro che era una delle persone più buone che abbia mai incontrato in vita… che più mi ha aiutato quando ero in ospedale. E quindi pensai di fare un libretto contro. Punto. Io non sono mai stato dell'Opus Dei. E probabilmente non lo sarò mai».

cgatti@ilsole24ore.us

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