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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2014 alle ore 09:16.
L'ultima modifica è del 22 gennaio 2014 alle ore 13:58.

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È terminata a largo del Nazareno a Roma la riunione settimanale della segreteria del Pd, convocata alle 7,30 come ormai da consolidata tradizione romana di Matteo Renzi. La segreteria cade all'indomani delle dimissioni da presidente del partito di Gianni Cuperlo, per denunciare l'atteggiamento con cui Renzi ha chiesto lunedì alla direzione del Pd di «prendere o lasciare» l'accordo blindato sulle riforme da lui siglato sabato con Silvio Berlusconi. Ieri alla riunione del gruppo parlamentare Pd Renzi, senza giri di parole ha messo sul piatto quello che il partito si gioca sulla legge elettorale: la tenuta del governo e il rischio elezioni anticipate: «Senza le riforme la legislatura rischia».

Per la presidenza in lizza Epifani, Orlando e Zampa
«Supereremo questa situazione, non mi pare molto drammatica», ha detto oggi il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini, parlando a Sky Tg24, a proposito delle divisioni nel partito. Da parte di Guerini, poi, nessuno sbilanciamento sulle intenzioni di Renzi rispetto a profilo e nomi del nuovo presidente. Siano questi già in circolazione (il super partes Guglielmo Epifani, la prodiana-civatiana Sandra Zampa, il giovane turco Andrea Orlando fra i papabaili) oppure no.

Prossima setimana pacchetto proposte Pd per patto governo
Sembrano intanto allungarsi i tempi per la messa a punto del patto di coalizione nella maggioranza che dovrebbe rilanciare l'azione dell'esecutivo, atteso anche alla prova del rimpasto. Il premier Letta vorrebbe chiudere entro il week end il patto di coalizione e il restyling della squadra di governo per presentarsi tra lunedì e martedì alle Camere per la fiducia, prima per la partenza per Bruxelles. Ma Marianna Madia, responsabile lavoro del Pd, a margine della segreteria del partito ha fatto sapere che la prossima settimana si dovranno riunire sia la segreteria che la direzione del Pd per definire il pacchetto di proposte da presentare al governo in vista del patto di coalizione 'Impegno 2014'. Nel documento saranno contenute anche alcune parti del Jobs act. «Daremo pieno sostegno al governo Letta - ha assicurato Madia - e la prossima settimana faremo un'altra segreteria e un'altra direzione per preparare il pacchetto di proposte del Pd per il patto di coalizione». Il passaggio in segreteria avverrà probabilmente mercoledì prossimo.

Fassina: rischiamo deriva plebliscitaria
Intanto la minoranza democratica affila le armi e prova a riorganizzarsi. L'ipotesi scissione è dietro l'angolo, anche se nessuno la evoca apertamente. «Il Pd rischia una deriva padronale e plebiscitaria», afferma Stefano Fassina, ex viceministro all' Economia, in un'intervista a Repubblica in cui commenta le dimissioni del presidente del Pd Gianni Cuperlo. Per la minoranza è «sempre più difficile» stare nel Pd . «Un conto è la franchezza e l' innovazione, che è assolutamente benvenuta - dice Fassina - altro è l' intolleranza verso le critiche». Tuttavia il malessere non si tramuterà in scissione: «siamo tutti convinti che il Pd è la nostra casa».

Civati: nel Pd atmosfera surreale da resa dei conti
Anche Pippo Civati esclude scissioni ma denuncia il clima avvelenato che si respira nel partito. «Le dimissioni di Cuperlo erano inevitabili, dopo quello che è successo in direzione» dichiara al Corriere della Sera. La scissione non ci sarà anche se nel Pd «c'è un clima pessimo, un'atmosfera da resa dei conti surreale».

Vendola, se Italicum arriva in Aula voteremo no
E intamto sul modello di legge elettoralale proposto da Renzi e Berlusconi, il cosiddetto Italicum, arriva il secco no di Nichi Vendola: «Se arriva in Parlamento così come é stato presentato, noi di Sel voteremo contro l'Italicum», ha dichiarato il leader di Sel.

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