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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 08:42.
L'ultima modifica è del 11 marzo 2014 alle ore 22:23.

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Maria Elena Boschi (Ansa)Maria Elena Boschi (Ansa)

Marcia forzata per l'Italicum alla Camera per incassare il via libera in prima lettura, che però slitta a mercoledì mattina, dopo le dichiarazioni di voto finali che inizieranno alle 9.30. Niente quote rosa, tema su cui montano i malumori in casa Pd, e niente preferenze, neanche nella versione "doppia di genere". I lavori, dopo la decisione di rinviare a domani mattina il voto finale, proseguiranno nella corso della notte per completare l'esame degli emendamenti. E l'obiettivo prioritario del premier Matteo Renzi sembra ormai a portata di mano, dopo quattro giorni di votazioni, anche grazie anche ai tempi contingentati.

Sì allo stralcio dell'articolo 2 con le norme relative al voto per il Senato
Nella seduta di oggi l'Aula di Montecitorio ha bocciato con voto segreto l'emendamento Fdi per l'introduzione del voto di un solo voto di preferenza. I no sono stati 299, 264 i sì e un astenuto. Appena 35 voti di differenza. In prima serata arriva anche lo stralcio dall'articolo 2 della riforma, cone le norme riguardanti il Senato. Contrari Sel e M5s, favorevoli gli altri gruppi.

No a emendamenti su ballottaggio e primarie nella scelta dei candidati
L'Aula ha poi votato sugli emendamenti relativi al ballottaggio: stop a una proposta dei 5 Stelle che mirava ad abolirlo. Bocciato un emendamento della Lega in base alla quale il ballottaggio sarebbe stato valido solo se alla votazione avesse partecipato la maggioranza degli aventi diritto. Non è passato nemmeno un emendamento di 40 deputati del Pd, che rendevano obbligatorie le primarie per scegliere i candidati. La proposta prevedeva la parità di genere nell'organizzazione delle primarie.

Lavori a rilento, bocciata la doppia preferenza di genere
Nonostante i tempi contingentati, dunque, i lavori dell'Aula procedono a rilento. A bloccare a lungo i lavori, l'acceso dibattito sull'emendamento Gitti (Popolari per l'Italia) che prevede la doppia preferenza di genere nella legge elettorale. In pratica, l'elettore avrebbe avuto la possibilità di esprimere contemporaneamente una preferenza per un uomo e per una donna. La norma, sostenuta da Sel, Centro democratico, e 5 Stelle, è tornata a dividere il Ppd dove le donne che ieri hanno sottoscritto l'emendamento Agostini sulle quote rosa avrebbero voluto votarla, ma non sono comunque riuscite a cambiare l'orientamento contrario del partito. Il voto cancella le ultime speranze: con 297 contrari e 277 favorevoli, la doppia preferenza di genere rimane ai blocchi. Anche in questo caso, dunque, il patto Renzi-Berlusconi sulla legge elettorale tiene, anche se per pochissimi voti: solo 20.

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