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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2014 alle ore 10:46.
L'ultima modifica è del 17 marzo 2014 alle ore 10:56.
Italia peggio di Francia su lavoro, puntare su riforme
Renzi ha ricordato che dopo il vertice di Parigi che ha segnato l'inizio degli appuntamenti sulla disoccupazione giovanile, il «prossimo sarà a Roma» a luglio. E ha spiegato: «Noi siamo messi peggio (della Francia, ndr) sul fronte della disoccupazione giovanile, e il pacchetto di riforme dovrà vedere un passo significativo».
Hollande: disoccupazione giovani a livelli inaccettabili
Sulla stessa lunghezza d'onde il presidente francese. La «prossima tappa dell'Ue, su iniziativa della Francia e di altri Paesi, come l'Italia, è la crescita e l'occupazione, soprattutto giovanile» perché la disoccupazione giovanile «ha raggiunto livelli inaccettabili» ha detto Hollande.
L'incontro con Hollande all'Eliseo
Renzi è arrivato all'Eliseo intorno alle 12.30 per il suo primo faccia a faccia con Hollande. L'obiettivo? Consolidare l'asse - impostato da tempo - che vede Italia e Francia insieme per portare l'Europa su una strada più orientata a crescita e lavoro. Renzi potrebbe cercare in Hollande però anche una sponda per convincere i tedeschi della necessità di Roma di fare leva anche sul deficit (pur restando sotto il 3%) per tagliare le tasse e rilanciare l'economia.
Eliseo: bene Renzi, accelerare insieme per "un'altra Europa"
Un asse che sembra delinearsi stando al documento diffuso a margine dell'incontro: «Renzi vuol far emergere "un'altra Europa"» proprio come Hollande che «lavora da due anni per cambiare l'orientamento» delle politiche Ue, scrive l'Eliseo, che aggiunge: «Insieme, abbiamo ora la stessa volontà di accelerare, in un momento in cui le istituzioni europee si rinnovano e si definiscono i grandi orientamenti dei prossimi cinque anni»
Lunedì Renzi dalla Merkel, il 20 marzo a Bruxelles
Oggi Francois Hollande, lunedì pomeriggio Angela Merkel, poi il 20 marzo il Consiglio Europeo a Bruxelles dove è previsto anche un incontro bilaterale con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. Sono le tre tappe dell'offensiva diplomatica di Matteo Renzi, che dovrà convincere l'Europa a «cambiare verso» e spingere sul versante della crescita. Passaggio decisivo, visto che le misure annunciate mercoledì scorso dovranno essere autorizzate proprio da Bruxelles (e ratificate dal Parlamento italiano), con l'ok all'utilizzo, per finanziare il taglio delle tasse, di parte del margine che ci separa dalla soglia del 3% del rapporto deficit/Pil, portando il disavanzo quest'anno dal 2,6% al 2,8%. Un obiettivo che mal si concilia che l'obbligo del pareggio strutturale di bilancio.
I dubbi di Berlino
Berlino aspetta lunedì Matteo Renzi. E Angela Merkel è certamente curiosa di incontrare il nuovo premier italiano che, come ha fatto dire ieri al suo portavoce, ha un «programma ambizioso di riforme» per l'Italia. La cancelliera vuole vedere Renzi alla prova dei fatti, mentre i "falchi" del suo partito ne hanno già bocciato l'intenzione di «fare altri debiti». Intanto, visti i precedenti e gli accenti antitedeschi dell'ultima campagna elettorale italiana, Berlino non si espone in valutazioni dirette sull'intenzione del premier di finanziare in parte col deficit il taglio del cuneo fiscale. Certo è che sul tavolo lunedì a Berlino ci sarà il nodo delle trattative con l'Ue necessarie per rispettare gli annunci sul taglio delle tasse e l'aumento delle buste paga fatti in questi giorni da Renzi. Se il premier vuole una chance a Bruxelles, deve riuscire a portare Berlino dalla sua parte, convincendo la cancelliera che l'Italia per ripartire ha bisogno di più margine sull'indebitamento. L'entourage di Merkel, però, ha già chiaramente rigettato questa ipotesi. «Se pensa di fare nuovi debiti diremo di no» ha detto nei giorni scorsi il vice-capogruppo parlamentare della Cdu Michael Fuchs.
Renzi: nessuno sforamento del 3%, ma più flessibilità
In vista del consiglio europeo della prossima settimana tutti i temi economici sono stati affrontati ieri al Quirinale, nella consueta colazione di lavoro organizzata dal presidente Napolitano alla vigilia di importanti appuntamenti esteri. Al tavolo, il premier Renzi, con i ministri Mogherini, Padoan, Guidi, Poletti, Galletti, e i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Delrio e Gozi, per discutere dell'ordine del giorno del Consiglio Ue. Napolitano ha condiviso con Renzi una prospettiva di riequilibrio delle politiche europee che accompagni la disciplina sui conti con maggiore attenzione alla crescita. Sì a una maggiore flessibilità, insomma, ma in quadro che non lasci nulla all'azzardo a all'avventura. E il punto di vista del Colle è chiaro al premier che, dalle prime dichiarazioni sulla possibilità di sforamento del 3% del rapporto deficit/Pil, ora invece è passato a ribadire il rispetto di quel parametro in ogni sede, anche al Quirinale.
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