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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2014 alle ore 07:41.
L'ultima modifica è del 20 marzo 2014 alle ore 12:31.

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(Epa)(Epa)

«Due oggetti» eventualmente legati all'aereo malese scomparso 12 giorni fa, tra i quali uno lungo circa 24 metri, sono stati trovati nell'Oceano Indiano dai satelliti. Lo ha annunciato il primo ministro australiano Tony Abbott.

«È la migliore pista che abbiamo», ha affermato Abbott parlando al Parlamento di Canberra e definendo l'informazione «nuova e credibile». Il premier australiano ha già informato del ritrovamento l'omologo della Malaysia Najib Razak. Gli oggetti sono stati localizzati a circa 2.500 chilometri a sud-est di Perth. Un velivolo dell'aeronautica australiana ha raggiunto il punto in cui si trovano i due oggetti che potrebbero appartenere all'aereo scomparso con 239 persone a bordo e riceverà il supporto di altri tre velivoli, uno australiano, uno statunitense e uno neozelandese. In arrivo anche una nave. Nella zona al momento c'é «poca visibilità».

Anche la Malaysia giudica credibile la pista australiana degli oggetti avvistati nel sud dell'Oceano indiano dai satelliti. A dirlo è stato il ministro dei Trasporti malese, che lo ha definita come «una pista credibile». Ci vorranno due o tre giorni per sapere se i due oggetti individuati nell'Oceano Indiano meridionale sono rottami dell'aereo scomparso. Lo ha riferito il ministro della Difesa australiano, David Johnson. Intanto però l'Australian Maritime Safety Authority (Amsa) ha fatto sapere che il primo tentativo di un aereo dell'aviazione di individuare i rottami in zona é fallito a causa del brutto tempo. «L'equipaggio del Raaf P3 non é stato in grado di localizzare i resti. Nuvole e pioggia hanno limitato la visibilità», ha twittato l'autorità, precisando che «altri aerei continueranno la ricerca per il Mh370».

Abbott ha detto in parlamento che l'Autorità australiana della sicurezza marittima ha ricevuto informazioni «nuove e credibili, basate su dati dei satelliti. Dopo l'analisi di immagini satellitari, due oggetti eventualmente legati alle ricerche sono stati identificati».
Il responsabile dell'Autorità australiana della sicurezza marittima (Amsa), John Young, nel corso di una conferenza stampa ha detto: «Gli oggetti sono relativamente sfocati - ha detto Young -. Sono di una certa taglia, probabilmente in acqua: scendono sotto la superficie e riemergono. Il più grande sarà di 24 metri. L'altro è più piccolo». «È una pista, probabilmente la migliore pista che abbiamo al momento - ha concluso Young - ma bisogna che andiamo sul posto... per sapere se vale qualcosa o no».

Il ministro dei Trasporti malese, Hishammuddin Hussein, commentando la notizia proveniente dall'Australia ha detto che «ogni pista rappresenta una speranza», ma «dobbiamo essere coerenti. Noi vogliamo verificare, noi vogliamo sostenere con prove».
Il Boeing 777 della Malaysian Airlines, volo MH370 Kuala Lumpur-Pechino, è scomparso l'8 marzo poco dopo il decollo con 239 persone a bordo, due terzi delle quali cinesi. Secondo il governo malese, l'aereo è stato dirottato. Le ricerche, alle quali partecipano più di 25 paesi, si concentrano in due vastissime aree: un corridoio nord dalla Thailandia fino all'Asia centrale e un corridoio sud dall'Indonesia all'Oceano Indiano meridionale.

Altri tre velivoli per la sorveglianza a lungo raggio, uno australiano, uno neozelandese e uno statunitense, sono stati inviati nella zona a 2.500 chilometri a sud-est di Perth dove i satelliti hanno individuato due oggetti, di cui uno lungo 24 metri.
Intanto, nell'area é arrivata anche una nave norvegese. Al momento, ci sono 18 navi, 29 aerei e sei elicotteri impegnati nelle ricerche nei due corridoi che vanno dall'Oceano Indiano meridionale all'Asia Centrale.

La Cina segue con molta attenzione il rilevamento annunciato dall'Australia di alcuni resti in mare che potrebbero appartenere all'aereo della Malaysian Airlines scomparso l'otto marzo con 239 persone a bordo, tra i quali 154 cinesi. Lo ha detto stamane in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hong Lei. «La Cina - ha detto Hong - si aspetta che l'Australia invii sul posto aerei e navi quanto prima per verifiche e ricerche». Per questo, ha chiesto all'ambasciata e ai consolati cinesi in Australia di restare in stretto contatto con le autorità locali.

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