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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2014 alle ore 06:35.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 14:15.

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Marine Le Pen ha vinto insieme all'assenteismo che ha sfiorato il 40%. Entrambi hanno umiliato la Francia socialista e quella gollista mettendone a nudo l'impotenza politica, il fossato che le separa dalla gente, dai loro problemi e anche dalle loro nevrosi. La duplice vittoria di due "sussulti" popolari estranei ai giochi della democrazia tradizionale promette però di non fermarsi sulle sponde della Senna.

Se così sarà, l'Europa comunitaria prima o poi potrebbe invertire rotta, cambiare il corso della sua storia. Mancano solo due mesi alle elezioni europee che rischiano di travolgerla, di vedere una parte consistente dei suoi oltre 500 milioni di cittadini consegnarle un messaggio-killer, l'invito a rassegnarsi alla propria eutanasia. Dovunque nei 28 Paesi dell'Unione euroscetticismo, anti-europeismo, populismo e nazionalismi crescono per le ragioni più diverse.

Vinte le amministrative, il Fronte nazionale potrebbe diventare in maggio il primo partito francese. E contare di più nelle dinamiche europee attraverso le alleanze che sta stringendo con il partito della Libertà di Geert Wilders, che a sua volta promette di arrivare primo in Olanda, con la Lega in Italia, il Fpoe in Austria, il Vlaams Belang in Belgio. E formazioni simili in Finlandia e Svezia.

Nel nuovo Europarlamento, annunciano i sondaggi, gli anti-europeisti potrebbero oscillare tra un quarto e un terzo del totale dei seggi. Al gruppo "lepenista" si affiancheranno infatti le forze dell'inglese Ukip, a sua volta probabile primo partito, gli eletti del Movimento 5 Stelle che potrebbero convergere nelle loro file. Estrema destra e sinistra greca. I partiti nazionalisti dell'Est, Ungheria in testa. Nella stessa Germania, tradizionalmente vaccinata contro questo tipo di pulsioni, "Alternativa per la Germania", il partito anti-euro, sarebbe all'8%. Con l'estrema sinistra che combatte la stessa battaglia, il no arriverebbe al 15%.
In attesa di vedere come andrà a finire, sorge una domanda: ma l'Europa si merita questa insurrezione popolare, i forconi dei suoi cittadini infuriati, il plebiscito del rifiuto?


Insomma l'euroscetticismo dilagante è davvero il figlio legittimo della Malaeuropa o non è piuttosto il suo bastardo?
Le risposte non sono univoche perché la realtà europea è estremamente complessa, priva di una chiara identità, di ambizioni e visioni comuni. È un oggetto che, soprattutto in tempi di avversità economiche, suscita diffidenze e paure, spesso irrazionali ma non per questo meno sentite. Per timore dei servizi a basso costo che avrebbe potuto offrire in Francia grazie alla detestata direttiva Bolkestein, il famoso "idraulico polacco" indusse i francesi a bocciare la Costituzione europea, con tutti i contraccolpi negativi che si scaricarono sull'Ue. Qualche anno dopo si scoprì però che in quel maggio 2005 in Francia di idraulici polacchi ce ne erano 13. Sì, soltanto 13.

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