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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2014 alle ore 20:07.
L'ultima modifica è del 02 aprile 2014 alle ore 20:32.

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La scatolino della Fire Tv di Amazon ha un solo vantaggio rispetto ai servizi di video streaming come Chromecast e Apple Tv. Punta dritto ai contenuti senza l'ansia di stupire con la tecnologia. Ed è economico. Il nuovo hardware di Jeff Bezos per ora disponibile solo negli Stati Uniti a 99 dollari costa come la Apple Tv (99 dollari) ma più del doppio di Chromecast (35 dollari). Il paragone con la chiavetta di Google è però ingeneroso perché la Fire Tv nasce con ambizioni che vanno oltre a un puro streaming video. Lo si capisce subito dalle specifiche tecniche. In termini di performance ha la potenza di uno smartphone di fascia alta (processore quad core e ben 2Gb di ram). In pratica è tre volte più veloce della Apple Tv ma sopratutto nasce come "ecosistema aperto". Con questo slogan più volte ripetuto durante la conferenza di lancio i manager di Seattle hanno voluto rimarcare che intendono aprire la propria macchina ai produttori di contenuti.

Il segreto è la piattaforma aperta
La piattaforma basata su sistema Andorid (come il tablet) e HTML rende facile per gli sviluppatori portare applicazioni e servizi video sia dal web che dal sistema mobile di Google. Al lancio ci sono tutti i big della tv liquida che hanno detto sì alla piattaforma di Bezos a partire da YouTube per passare poi a Hulu, Netlifx e NBA. A questi vanno aggiunti i 150mila contenuti video (tra film e serie tv) offerti attraverso il servizio Amazon Instant Video. Sul piano muscolare l'offerta non è dissimile da quella della Apple Tv che si appoggia a iTunes e a quella di Chromecast con Google Play Music.

Anche Amazon ha il suo Siri
A differenza dei due rivali invece la Fire Tv ascolta i comandi dalla voce grazie a un sistema alla Siri ancora tutto da studiare. Sfrutterebbe il cloud di Amazon che è massiccio. Ma quella del riconoscimento vocale resta una tecnologia delicata. Da verificare anche la funzione search di contenuti su cui i manager di Amazon sembrano aver puntato molto.

Videogame. Jeff Bezos entra nel settore delle console videoludiche con Android
Ad ogni modo, la vera differenza rispetto alle concorrenza è aver aggiunto un lato ludico convincente al set-top-box. Amazon, a ben vedere, ha messo subito le mani avanti precisando che non ha intenzione di dichiarare guerra alle console (Sony, Nintendo e Microsoft). La mossa di Bezos è tuttavia particolarmente interessante e in linea con i tempi. Al posto di mettere sul mercato una macchina da gioco superpotente, Amazon ha scelto la strada delle nuove piccole ed economiche console basate su Android. In pratica l'idea è quella di offrire a 40 dollari un gamepad che include mille Amazon coin (la moneta virtuale della compagnia di Seattle). Con questi coin si potranno acquistare videogiochi da un paio dollari. Bezos intende partire con un profilo basso. Nulla di fantascientifico quindi. In realtà l'esistenza di uno studios di videogiochi dedicato (gli Amazon Game Studios) e la presentazione di titolo indie di successo come Minecraft: Pocket Edition lasciano intuire che il numero uno di Amazon intende puntare davvero sul mercato del gaming. L'anno scorso non a caso ha pure acquisito la casa di sviluppo Double Helix Games. Tanto che hanno annunciato un gioco esclusivo entro la fine dell'anno e l'accesso a un migliaio di titoli entro il prossimo mese. Insomma, non si confronta (e fa bene) con il giovane-vecchio mercato delle console domestiche(Xbox One e Ps4) ma con quello emergente del gaming mobile. L'idea di voler portare sul televisore esperienze ludiche più simili alle app per tablet e smartphone è convincente sotto un profilo di sostenibilità economica. Magari, anzi quasi sicuramente, i primi giochi non piaceranno agli hardcore gamer, ai giocatori più esigenti. Ma al il resto del pubblico?

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