Uno stipendio unico europeo di circa 8mila euro lordi e rimborsi solo dopo la verifica delle spese sostenute. Con il codice di condotta entrato in vigore il 1° luglio del 2009 il Parlamento europeo ha cercato di voltare pagina e di lasciarsi alle spalle le polemiche degli anni passati sui compensi d'oro. E una nuova stretta è arrivata nell'aprile 2013 con l'istituzione di un registro dei doni. La busta paga targata Ue si è alleggerita per gli eurodeputati italiani, tedeschi e austriaci e per tutti è ora pari al 38,5% del trattamento economico di un giudice della Corte di giustizia europea. La retribuzione, corrisposta attraverso il bilancio del Parlamento, è soggetta a imposta europea che porta lo stipendio netto a 6.200,72 euro. In precedenza, invece, era in linea con il salario dei parlamentari nazionali.

Allo stipendio di base si aggiungono una serie di indennità che gli eurodeputati hanno deciso di autocongelarsi prima nel 2011, poi nel 2012 fino alla fine della legislatura. Tra queste un forfait mensile di 4.299 euro per coprire le spese generali e i costi di gestione dell'ufficio. Una voce che viene dimezzata ai deputati che partecipano a meno di metà delle sedute plenarie annuali. Per i viaggi tra Bruxelles e Strasburgo, le due sedi di lavoro, i deputati possono poi ottenere il rimborso del biglietto dopo aver presentato le ricevute. È inoltre previsto un rimborso massimo annuo pari a 4.243 euro per altre trasferte viaggi di lavoro e fino a un massimo di 24 viaggi di andata e ritorno nel Paese d'origine.

L'Europarlamento, poi, versa un'indennità forfettaria di 304 euro per ogni giorno di presenza in veste ufficiale. La cifra serve a coprire le spese di vitto e alloggio ed è dimezzata per chi non partecipa a metà delle votazioni per appello nominale, anche se presente.
A partire dal luglio 2013 gli eurodeputati che ricevono un dono hanno un mese di tempo per comunicarlo al presidente, specificando il mittente e la motivazione. Le nuove misure vietano di conservare regali il cui valore superi 150 euro.

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