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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2014 alle ore 18:43.
L'ultima modifica è del 26 maggio 2014 alle ore 12:46.

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Jean Claude Junker (Ap/LaPresse)Jean Claude Junker (Ap/LaPresse)

Il mezzo miliardo di europei che si sveglia oggi scopre che la sua vocazione europeista ancora maggioranza nel continente ma più debole rispetto al passato. I veri vincitori di queste elezioni sono gli estremisti, di destra in maggioranza, ma anche di sinistra, uniti solo dall'odio per Bruxelles, sinonimo di «sistema di potere».

I conservatori del Ppe perdono 62 seggi ma restano la prima formazione con 212 deputati, e rivendicano con il loro candidato, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, la guida della commissione.

I socialisti perdono 10 seggi, passano da 196 a 186, e il loro Martin Schulz non intende mollare la presa sulla poltrona di Manuel Barroso. Ma le due grandi famiglie politiche anche se troveranno insieme una via d'uscita, scegliendo un candidato comune, sentiranno forte la pressione degli anti-Ue.

Terremoto Marine in Francia
L'autentico terremoto politico anti-Ue (che vede a Bruxelles oltre 140 parlamentari non solo euroscettici ma anti sistema) parte dalla Francia. L'annunciata vittoria della destra del Front National di Marine Le Pen, di gran lunga il primo partito con il 25,40%, ha stordito tutti. Non tanto i gollisti dell'Ump, secondi con il 21%, quanto i socialisti del presidente Francois Hollande crollati al loro minimo storico, il 14,5%. Lo sgomento è tale che domani é stato convocata all'Eliseo un gabinetto d'emergenza. Le Pen ha già chiesto elezioni anticipate.

In Gran Bretagna euroscettici primo partito
La seconda faglia del sisma si è aperta fragorosa nel Regno Unito, paese euroscettico per eccellanza , dopo che l'Ukip (dichiaratamente anti-Ue) di Nigel Farage è decollato al primo posto con 24 deputati (ben 11 in più rispetto al 2009). Qui la Manica continuerà a separare l'Ukip dal Front National: i due leader si detestano. Secondi i laburisti di Ed Miliband con 20 seggi (+7), seguiti dai conservatori del premier David Cameron con 19 deputati (7 in meno). Quasi scomparsi i liberal-democratici di Nick Clegg, compagni di colazione con Cameron, che hanno perso 9 seggi e ne hanno conservato solo uno.

Merkel tiene ma il suo partito registra il peggior dato dal 1979
In Germania la Cdu/Csu di Angela Merkel resta il primo partito con il 36,3% (ma arretra rispetto al 42,5 delle politiche del 2013), a quasi 10 punti dai compagni di 'grosse koalition', ma rivali a Straburgo, dell'Spd al 27,4%. Anche a Berlino trionfano gli anti-euro dell'Afd, nati solo nella primavera del 2013, che sono al 7%, quarto partito dietro ai Verdi al 10,50%. A seguire la sinistra dei Linke, filo-Ue. La Germania, dove non c'è soglia di sbarramento, manderà anche un rappresentante di gruppi come i neonazisti dell'Npd con l'1% o i Piraten con l'1,4%.

Xenofobi secondo partito in Olanda
In Olanda, dove si è votato il 22 maggio, dalle urne è uscita la sorpresa che la formazione xenofoba e anti-Ue del Pvv di Geert Wilders, data dagli exit poll quarta, è in realtà seconda ex aequo con i Democratici 66, per cui ad entrambi vanno 4 seggi. Primi i cristiano democratici con 5 deputati.

L'Austria va a destra. Crescono i nazionalisti
In Austria vince il centro destra dell'Ovp con il 27,3%, seguito dai social-democratici al 23,8%. Terzi spuntano i nazionalisti e anti-Ue dell'Fpo con il 19,5%. L'Fpo spera di riuscire a formare un gruppo anti-Ue comune con il Front National di Le Pen.

Danimarca, partito anti-immigrati è primo
In Danimarca ha stravinto il partito anti-immigrati Danish People Party con il 26,2, all'opposizione, che non punta ad alleanza con il Front National di Le Pen, giudicata formazione antisemita e antigay. Il partito di maggioranza, i social democratici sono secondi al 19,1%.

La Grecia a Tsipras, il principe della sinistra radicale
In Grecia è il trionfo del partito anti-Ue per eccellenza, stavolta da sinistra. Si tratta di Syriza di Alexis Tsipras, primo partito greco con il 26,5%, che ha fatto della lotta all'austerità imposta dalla troika Ue-Bce-Fmi la sua ragion d'essere. Trionfo anche per l'estrema destra di Alba Dorata al 9,34%. In mezzo il partito del premier Antonis Samaras Neo Demokratia con il 23,13% che governa con il Pasok di Evangelos Venizelos, solo quarto con l'8,07%. Tsipras ha già chiesto elezioni anticipate.


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