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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2014 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:24.

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Il silenzio dei patrioti. Il nodo principale della trattativa tra Alitalia-Cai e Etihad Airways sono le banche e la loro resistenza a cancellare 400 milioni di euro di debiti di Alitalia (su un miliardo totale), come richiesto da Abu Dhabi.

Il muro opposto finora dalle banche, soprattutto Intesa Sanpaolo, si starebbe tuttavia ammorbidendo un poco. Al posto di un secco rifiuto, ci sarebbe una disponibilità degli istituti a una trattativa serrata con Etihad per limitare i danni delle svalutazioni dei crediti (write off) o della loro trasformazione in capitale di una compagnia dai bilanci in profondo rosso.
Questo potrebbe essere, secondo indiscrezioni, il messaggio che l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio e il presidente Roberto Colaninno recheranno nei prossimi giorni a James Hogan, l'a.d. di Etihad che ha dettato le condizioni-ultimatum in due lettere e li aspetta ad Abu Dhabi per l'inizio della settimana.
I due top manager di Alitalia partiranno lunedì 5 maggio. Colaninno e Del Torchio dovrebbero però viaggiare con voli separati e l'incontro con Hogan previsto lunedì probabilmente slitterà a martedì 6 maggio.
La missione che li attende non è facile. Qualche apertura al dialogo nel fronte italiano sarebbe emersa, secondo indiscrezioni, dal lavoro fatto nelle ultime ore da Del Torchio. Ieri l'a.d. insieme a Colaninno ha incontrato le banche creditrici e azioniste di Alitalia, Intesa e Unicredit (tra i creditori anche Popolare di Sondio e Mps), insieme ad altri soci importanti: Poste Italiane, Atlantia del gruppo Benetton, lo stesso Colaninno con Immsi.
L'incontro si è svolto a Milano nello studio di Sergio Erede, il principe degli avvocati d'affari che, oltre ai maggiori nomi del capitalismo italiano, assiste anche i «patrioti». Dopo la condanna definitiva a un anno di reclusione per lo scandalo Parmalat, Erede è uscito dai maggiori consigli di amministrazione, ma non ha abbandonato la causa (e le parcelle) dell'Alitalia.
Una riunione-fiume cominciata ieri mattina e terminata alle 18. Del Torchio e Colaninno hanno lasciato lo studio Bonelli Erede Pappalardo senza parlare con i giornalisti. «Non abbiamo nulla da dire», hanno detto alcuni dei partecipanti, ha riferito l'Agi.
L'altro grosso nodo finanziario è la pretesa di Etihad, prima di versare da 300 a 500 milioni in Alitalia, di essere tenuta indenne da ogni contenzioso o pendenza legale e fiscale del passato di Alitalia-Cai, tra il 2009 e il 2013. Il contenzioso potenziale sarebbe di 400 milioni (di cui 250 milioni la richiesta della fallita WindJet), i rischi reali sono considerati molto inferiori dagli italiani, ma Hogan non ne vuole sapere. Tra le ipotesi per risolvere questo punto è stato prospettato anche di costituire una nuova Alitalia pulita (come fu la Cai a fine 2008) e mettere in liquidazione, come una bad company, l'Alitalia dei Capitani coraggiosi. Banche e azionisti sono nettamente contrari a questa soluzione e alle perdite che infliggerebbe ai loro bilanci. Fonti autorevoli escludono l'ipotesi bad company, ma non si sa quale sarebbe una soluzione.
Il terzo capitolo ha un delicato impatto sociale, riguarda gli esuberi richiesti da Etihad: secondo indiscrezioni gli esuberi sarebbero tra 2 e 3mila, forse 2.600. Il numero potrebbe ridursi sotto i 2mila con la disponibilità di Etihad ad assumere piloti, ma ad Abu Dhabi. I sindacati condizionano la disponibilità a discuterne all'esistenza di un accordo con Etihad e alla conoscenza del piano industriale, tuttora misterioso.
Ieri Alitalia ha incontrato i sindacati dei piloti e assistenti di volo per discutere dei risparmi al costo del lavoro ancora da individiare per circa 50 milioni sui 128 milioni obiettivo del "vecchio" piano del Torchio. Del piano e delle richieste degli emiratini non si è parlato.
«Alitalia araba? Purché voli», ha risposto Carlo De Benedetti a Giovanni Minoli al Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani. C'è anche l'ipotesi di un decreto per liberalizzare i voli a Linate. «Facciamo un passo per volta ma prima vediamo se si chiude l'accordo tra Alitalia e Etihad», ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi.

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