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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2014 alle ore 20:18.
L'ultima modifica è del 07 maggio 2014 alle ore 09:21.

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«Bisogna fare come la Thatcher con gli hooligans». Giovanni Malagò pensa al modello inglese come possibile soluzione al problema della violenza nel calcio italiano, un tema tornato prepotentemente alla ribalta dopo i gravi disordini che hanno preceduto la finale di coppa Italia all'Olimpico di Roma fra Napoli e Fiorentina. Incalzato sulla questione al termine della Giunta, il presidente del Coni ha evidenziato la necessità di un giro di vite sulla falsariga di quello con cui, alla fine degli anni Ottanta, la Lady di ferro dichiarò guerra alle frange organizzate del tifo.

«Io non legifero, quindi auspico che questo avvenga», ha detto il numero uno dello sport italiano, secondo il quale «più che di pene certe è indispensabile avere la certezza immediata della pena senza possibilità che l'argomento sia rivisitabile da parte della persona colta in flagranza». Esempio: «Non credo che lo stadio del Villarreal sia tecnologicamente piu' avanzato dell'Olimpico -ha aggiunto facendo riferimento all'episodio di razzismo di cui è stato vittima Dani Alves del Barcellona-. Ma lì la persona che ha tirato la banana è stata interdetta dallo stadio a vita e arrestata, punto. Questo bisogna fare».

Renzi: parliamone dopo il 25 maggio
«È evidente che se ci sono dei costi da pagare è giusto che paghino le società. Non è giusto che paghi la gente che non vuole andare allo stadio con la fiscalità generale. Ma fermiamoci un attimo, evitiamo che gli sciacalli della campagna elettorale sfruttino i feriti. Dal 26 maggio discutiamo sulle misure che ci servono". Così Matteo Renzi, al Tg5, ribadisce l'intenzione del governo di prendere dopo le elezioni nuove misure dopo gli incidenti di Coppa Italia.

I rischi per Napoli-Cagliari di questa sera
Alla partita Napoli-Cagliari in corso questa sera al San Paolo di Napoli, Gennaro Di Tommaso, ormai noto come Genny 'a carogna, leader del gruppo di tifosi che si riconosce sotto la sigla Mastiff e uomo della presunta trattativa tra lo Stato e gli ultrà del Napoli all'Olimpico, non c'è. Il questore di Napoli Guido Marino ha firmato un provvedimento di daspo per 5 anni. Di Tommaso era stato destinatario già in passato di analogo provvedimento, rispetto al quale aveva fatto ricorso, vincendolo. Il capo ultrà napoletano è stato anche denunciato per istigazione a delinquere, ha comunicato il ministro dell'Interno Alfano. L'altro ultrà oggetto di Daspo - notificato in queste ore dalla polizia ai diretti interessati - è Massimiliano Mantice, che con Di Tomaso era stato ripreso sulle recinzioni della curva dell'Olimpico riservata ai tifosi partenopei per la finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli.

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