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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2014 alle ore 12:44.
L'ultima modifica è del 23 maggio 2014 alle ore 09:56.

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La sindrome da sondaggio. È di questo malessere che soffrono i traders, quelli indecisi sul da farsi, se vendere o comprare i BTp a pochi giorni dalle elezioni europee. Dopo un lungo periodo di calma piatta caratterizzata da un andamento unidirezionale - prezzi al rialzo e rendimenti al ribasso -, sul mercato dei titoli di Stato italiani è tornata la volatilità, per un misto di fattori e coincidenze temporali: dal Pil deludente del primo trimestre dell'anno alle attese di annunci straordinari di Mario Draghi in giugno per risolvere il problema del credito nei Paesi periferici, dal contagio della deriva estremista e populista in Grecia alla crescita a macchia di leopardo dell'antieuropeismo.

Quel che arrovella di più le menti dei traders è però ben altro, ora, è il balletto dei sondaggi, prima quelli ufficiali e ora quelli "non ufficiali": Renzi che scende e Grillo che sale, o viceversa. I traders sono abituati alle montagne russe dei mercati, che per quanto ripide e mozzafiato viaggiano pur sempre su binari consolidati. Altra cosa sono i sondaggi all'italiana, sui quali si sono scottati gli investitori istituzionali di tutto il mondo in occasione delle ultime elezioni, perchè rivelatisi imprecisi e inaffidabili.

Nelle sale dei traders sui BTp in questi giorni, l'assillo principale è capire se i sondaggi che danno Grillo e Renzi in un testa a testa sono attendibili, se è vero che Renzi potrebbe scendere sotto il 30% e Grillo svettare sopra tutti. Se, come nelle ultime elezioni, uscirà dalle urne l'imprevedibile. Per la sindrome da sondaggio ahimè non ci sono rimedi: il mal di testa inizierà a regredire domenica notte, con i primi exit polls.

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