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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 08:49.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:31.

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Il Mondiale organizzato dalla Francia nel 1998 fu il primo a 32 squadre, un allargamento voluto dalla Fifa per dare una maggiore rappresentanza alle Nazionali emergenti al di fuori del Sudamerica e del Vecchio Continente. Fu anche la prima volta che nella massima competizione venne introdotta la regola del Golden gol, poi fortunatamente dimenticata.

L'Italia di Cesare Maldini, successore di Arrigo Sacchi, arrivò in Francia grazie a uno spareggio con la Russia dopo aver terminato in seconda posizione, dietro l'Inghilterra, il girone di qualificazione che prevedeva il passaggio diretto delle sole prime qualificate. Ancora una volta, come era accaduto nel 1990, Roberto Baggio venne messo in discussione: allora perchè era troppo giovane e doveva lasciare spazio al più maturo Vialli, in Francia perchè secondo Maldini doveva lasciare spazio a Del Piero, il giovane emergente. Peccato che Del Piero fosse palesemente fuori forma e che Baggio, che all'epoca aveva da poco compiuto 31 anni, fosse ancora nel pieno delle sue immense possibilità. L'unica sua colpa è non essere nato in Brasile: avrebbe giocato in Nazionale fino a 40 anni e probabilmente sarebbe stato santificato.

Comunque nella gara d'esordio contro il Cile Baggio c'era, perché Del Piero era in condizioni non presentabili e costretto in panchina. L'Italia andò in vantaggio con gol di Vieri su assist di Baggio ma poi subì la rimonta del Cile che, a cinque minuti dalla fine, era ancora in vantaggio per 2-1. Un rigore per gli azzurri vide di nuovo il divin Codino sul dischetto: quasi un ripetersi del tiro che tutti ricordavano nella finale contro il Brasile di quattro anni prima. Baggio, come fanno i fuoriclasse, mise il pallone in rete. Nella seconda partita, con Baggio titolare ma rilevato da Del Piero nella ripresa, arrivò un facile 3-0 sul Camerun, maturato peraltro nei minuti finali. La terza partita contro l'Austria vide Del Piero in campo e Baggio in panchina: dopo il vantaggio azzurro con Vieri, l'inedita coppia di attacco Baggio-Inzaghi dimostrò un'intesa spontanea, come era accaduto a Baggio -Schillaci nel 1990. E proprio Baggio, su passaggio di Inzaghi, mise a segno il secondo gol a due minuti dalla fine. Inutile il gol austriaco allo scadere con rigore di Herzog.

La questione Baggio-Del Piero era sotto gli occhi di tutti: il giovane campione era in condizioni pessime e lontano da uno stato di forma accettabile, a differenza del più anziano fuoriclasse che era in forma smagliante. Con Baggio in campo era un'altra Italia. Ma il Ct insisteva a metterle in campo il giocatore sbagliato. Una scelta che risulterà fatale anche a Dino Zoff nell'Europeo del 2000, quando lo stesso Del Piero fallirà tutte le occasioni possibili e immaginabili da solo davanti alla porta avversaria.

Agli ottavi di finale si arrivò con questi abbinamenti: Brasile-Cile, facile 4-1 dei verdeoro. Nigeria-Danimarca, con gli africani polverizzati per 4-1. Olanda-Jugoslavia, con vittoria per 2-1 degli arancioni. Argentina-Inghilterra, 2-2 dopo i supplementari, finì ai rigori con gli inglesi di nuovo battuti dai sudamericani dopo i quarti del 1986. La Francia regolò il Paraguay per 1-0 solo ai supplementari, risolti grazie al Golden gol di Blanc, e con lo stesso risultato la Croazia prevalse sulla Romania. Infine il 2-1 della Germania sul Messico.

L'Italia doveva incontrare la Norvegia e Cesare Maldini, tetragono nelle sue convinzioni, tenne ovviamente Roberto Baggio in panchina lasciando spazio a Del Piero. Che lo ricambiò sbagliano quattro nitide palle gol. La vittoria azzurra arrivò così, in modo faticoso, solo grazie a un gol di testa di Cristian Vieri giunto alla sua quinta realizzazione personale nel torneo.

Nei quarti di finale la sfida era durissima, contro la Francia padrona di casa. Maldini, di nuovo, schierò Del Piero, in un intento quasi masochista pur di dimostrare la bontà delle sue scelte. Ma non a tutti tocca la sorte amica che aveva baciato Bearzot, ai Mondiali dell'82, con Paolo Rossi. La Francia ebbe più volte la possibilità di andare in vantaggio, ma Pagliuca riuscì a proteggere con successo la porta azzurra. Per sbloccare il risultato Maldini provò, proprio come aveva fatto Vicini contro l'Argentina nel 1990, la carta Roberto Baggio. Ma quando mancano solo venti minuti alla fine più che un giocatore ti serve un miracolo. Miracolo che Baggio tentò nei supplementari, catturando al volo un pallone che gli essere normali avrebbero mancato di un metro e sfiorando di un nulla la traversa di un immobile Barthez. Lo stadio rimase muto per qualche secondo. Si andò ai rigori, per la terza volta in tre mondiali, dove furono fatali gli errori di Albertini e Di Biagio: Roberto Baggio, il suo, l'aveva messo in rete. Tre sconfitte, nel 1990, 1994 e 1998, senza perdere la partita sul campo: parlare di maledizione dei rigori era quasi un eufemismo.

Nelle altre sfide dei quarti il Brasile superò per 3-2 la Danimarca; l'Olanda eliminò l'Argentina grazie a un gol a un minuto dalla fine, dopo che i sudamericani avevano colpito due pali che avrebbero chiuso l'incontro; la Croazia (all'esordio in un Mondiale) si qualificò battendo la Germania con un clamoroso 3-0.

Nelle semifinali Olanda e Brasile andarono ai rigori, dove i verderoro prevalsero: nelle loro fila giocava Ronaldo, il numero uno indiscusso del calcio mondiale che sembrava destinato a regalare il titolo ai suoi connazionali. La Francia, dopo essere andata in svantaggio contro la soprendente Croazia, riuscì a recuperare e a vincere nonostante l'espulsione di Blanc.

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