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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 08:49.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:30.
La quindicesima edizione dei campionati del mondo venne assegnata agli Stati Uniti. Era la prima volta che il Mondiale si giocava al di fuori dell'Europa o del Sud America, ed era anche la prima volta che la vittoria nei gironi fruttava tre punti. Ma soprattutto era la prima volta che si giocava in condizioni climatiche quasi impossibili, con un'afa soffocante e le partite piazzate proprio nelle ore più calde per esigenze televisive.
All'Italia era toccato un sorteggio facile con Irlanda, Norvegia e Messico. Il Ct della Nazionale era Arrigo Sacchi, che con il Milan aveva imposto al mondo intero un nuovo modo di giocare. E per di più, in quella Nazionale, c'erano campioni assoluti come Franco Baresi e Paolo Maldini, ma soprattutto Roberto Baggio, Pallone d'Oro in carica e in quel momento miglior giocatore del mondo. Le cose, però si misero subito male: nella partita d'esordio con l'Irlanda, su un errore di Pagliuca che aveva battezzato fuori un tiro parabilissimo, la Nazionale era andata in svantaggio senza più riuscire a recuperare. La vittoria per 1-0 contro la Norvegia rendeva indispensabile, per il passaggio agli ottavi di finale, una vittoria contro il Messico. Arrivò invece un pareggio per 1-1 che rese indispensabile attendere l'esito degli altri gironi per capire se l'Italia sarebbe passata grazie al ripescaggio delle migliori terze. Per nostra fortuna la Russia travolse 6-1 il Camerun, regalandoci la qualificazione.
Dai sei gironi preliminari uscirono questi accoppiamenti per gli ottavi: Romania-Argentina (che era rimasta senza Maradona, trovato positivo al controllo antidoping), Arabia Saudita-Svezia, Olanda-Irlanda, Brasile-Usa, Messico-Bulgaria, Germania-Belgio, Italia-Nigeria e Spagna-Svizzera. Per l'Italia, nonostante tutto, un avversario sulla carta abbordabile. Che invece mise in crisi gli azzurri e, al 26esimo del primo tempo, si portò a sorpresa in vantaggio. Sacchi inserì Zola per Signori, ma l'azzurro venne espulso dopo soli 12 minuti. Sembrava la resa definitiva, ma in agguato c'era Roberto Baggio che a due minuti dalla fine mise a segno un gol straordinario con la palla a fil palo. Arrigo Sacchi, commentando, dirà che si sentiva già con un piede sulla scaletta dell'aereo. Sempre Baggio, nei supplementari, mise a segno il rigore del 2-1 definitivo.
Nei quarti arrivarono così l'Italia, che avrebbe incontrato la Spagna, il Brasile opposto all'Olanda, la Germania contro la Bulgaria del fuoriclasse Hristo Stoičkov e la Svezia con la Romania. Per gli azzurri una gara non facile, complicata dal fatto che per gli strani scherzi del calendario gli iberici avevano potuto sfruttare ben tre giorni in più di riposo, un vantaggio importante considerando le condizioni climatiche in cui si era costretti a giocare. L'Olanda, dopo aver recuperato un doppio svantaggio, finì eliminata dal Brasile per 3-2 in quella che è stata giudicata la più bella partita del Mondiale americano. La Germania, reduce da tre finali consecutive, dopo essere stata in vantaggio per 1-0 si vide recuperare e superare dalla Bulgaria. La Svezia, dopo un gara con diversi rovesciamenti di fronte, eliminò ai rigori la Romania tornando in una semifinale mondiale per la prima volta dopo il Mondiale casalingo del 1958.
L'Italia, contro la Spagna, andò in vantaggio con gol di Dino Baggio ma subì il pareggio degli spagnoli con una deviazione di Benarrivo su tiro di Caminero. Ancora una volta la differenza la fece Roberto Baggio, il miglior giocatore del torneo, che infilò il portiere Zubizzareta a tre minuti dalla fine. Nel recupero Tassotti rifilò una gomitata in faccia a Luis Enrique in piena area di rigore, ma l'arbitro concesse il vantaggio permettendo agli azzurri di concludere la partita in modo vittorioso. In seguito, con la prova televisiva, Tassotti venne squalificato per otto turni: per lui, insieme al Mondiale, finiva anche la carriera in Nazionale.
Nelle semifinali il Brasile vinse di misura (1-0) con la Svezia mentre l'Italia, con una doppietta di Roberto Baggio, eliminò per 2-1 la Bulgaria. La prima rete di Baggio non aveva nulla da invidiare al «gol del secolo» di Maradona, segnato contro l'Inghilterra nel 1986. Purtroppo, proprio nella semifinale, Baggio si procurò uno stiramento che ne mise in forse la partecipazione alla finale contro i verdeoro.
Per la sfida conclusiva Arrigo Sacchi giocò comunque la carta Roberto Baggio: il Pallone d'Oro aveva trascinato in finale l'Italia ed era l'unico che, con una sola giocata, avrebbe potuto decidere la sorte dell'intero torneo. Tornava in campo, dopo 25 giorni dall'intervento al menisco, anche Franco Baresi. La partita non fu bella, e non poteva esserlo considerato che si giocò con una temperatura di oltre 35 gradi e con il 70 per cento di umidità. Nonostante qualche occasione da entrambe le parti si arrivò, fatto inedito nella storia del Mondiale, ai calci di rigore. Il Brasile sarebbe diventato campione per la quarta volta.
Tutti ricordano, di quei rigori, l'errore di Roberto Baggio. Che tuttavia, per dovere di cronaca, non fu l'errore decisivo. Prima di lui avevano fallito Baresi e Massaro. Se anche Baggio avesse segnato, al Brasile sarebbe bastato mettere in porta l'ultimo tiro per sollevare comunque la Coppa. Da eroe del Mondiale Baggio diventò così il colpevole della sconfitta, ma in realtà l'unica colpa fu quella di trascinare in finale un'Italia che, senza di lui, a quella finale non ci sarebbe mai arrivata.
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