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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 11:07.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:20.

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E' tra le favorite più accreditate per la conquista del titolo. Come sempre, verrebbe da dire considerando la qualità dei giocatori sulla quale può fare affidamento dalla notte dei tempi. Tra la fine degli anni Settanta e la fine degli Ottanta, il periodo d'oro dell'Argentina, coinciso con il trionfo mondiale in due occasioni (1978 e 1986) e la sconfitta in finale a Italia '90 contro la Germania Ovest di Klinsmann, Brehme, Haessler, Matthäus e Voeller. Da allora, strano ma vero, l'Albiceleste non è più riuscita a superare i quarti di finale. E' andata così nel 1998, nel 2006 e nel 2010. In Sudafrica, ha raccolto una delle sconfitte più brucianti della sua storia: il 4-0 inflitto dalla Germania (ci risiamo) ha almeno in parte ridimensionato la stima incondizionata che nutriva il popolo argentino nei confronti di Diego Armando Maradona, c.t. di quella nazionale. Vincere in Brasile, rappresenterebbe per l'Argentina, rivale storico della rappresentativa verdeoro, una delle più grandi soddisfazione della sua storia.

Un inizio stentato, poi il volo. L'Albiceleste ha ritirato il tagliando per la fase finale del mondiale grazie al primo posto ottenuto nel girone unico di qualificazione della zona sudamericana. Buona la prima (4-1 nella partita d'esordio con il Cile a Buenos Aires), un po' meno le due gare successive, in cui l'Argentina ha perso in Venezuela e pareggiato in casa con la Bolivia. Due passi falsi che sono stati digeriti e dimenticati a suon di vittorie (9 su 16 dice il bilancio finale) e ottime prestazioni. La seconda e ultima sconfitta è arrivata soltanto all'ultima giornata a Montevideo contro l'Uruguay (3-2 con doppietta per gli ospiti di Maxi Rodriguez). L'Argentina era già qualificata e si è potuta permettere il lusso di inserire alcune seconde linee dal primo minuto. Tra i migliori marcatori della squadra guidata da Alejandro Sabella, i soliti noti Lionel Messi (10 gol) e Gonzalo Higuain (9).

Un po' Inter, un po' Napoli e un accenno di Lazio, nulla di più. Le prime firme del calcio argentino non frequentano più i campi della Serie A. Vero, nella selezione che giocherà in Brasile ci saranno Alvarez, Campagnaro e Palacio dell'Inter (Cambiasso non è stato convocato), Biglia della Lazio, e Fernandez, Higuain e Andujar (ex Catania) del Napoli, ma i tempi in cui il massimo campionato di casa nostra poteva permettersi le stelle dell'Albiceleste sono ormai lontani. Ecco, a proposito di stelle. Cinque su tutte: Messi, Di Maria, Aguero, Lavezzi e Higuain. Signore e signori, ecco a voi uno degli attacchi meglio assortiti e più letali del mondiale 2014. Senza contare che nemmeno in difesa le cose vanno malissimo. Da Garay a Zabaleta a Mascherano, questa Argentina sa segnare e sa come impedirlo agli avversari. Messi illumina, i suoi compagni incantano. Una ricetta da applausi. Anche senza il quotatissimo e richiestissimo Carlos Tevez, protagonista della cavalcata vincente della Juventus in campionato. Sabella non gradiva. Lui.

IL CAMMINO
L'Argentina è stata inserita nel gruppo F della fase a gironi insieme con Bosnia, Iran e Algeria. Questo il suo calendario: 15/6 Argentina-Bosnia; 21/6 Argentina-Iran; 25/6 Nigeria-Argentina.

I CONVOCATI:
Portieri: Romero (Monaco), Andújar (Catania), Oriòn (Boca Juniors)
Difensori: Demichelis (Manchester City), Zabaleta (Manchester City), F. Fernández (Napoli), Rojo (Sporting Lisbona), Garay (Benfica), Campagnaro (Inter), Basanta (Monterrey)
Centrocampisti: Mascherano (Barcellona), Rodriguez (Newell's Old Boys), Gago (Boca Juniors), Di Maria (Real Madrid), Biglia (Lazio), A. Fernández (Celta Vigo), Alvarez (Inter), Perez (Benfica)
Attaccanti: Messi (Barcellona), Aguero (Manchester City), Higuain (Napoli), Lavezzi (Psg), Palacio (Inter)

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