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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 11:11.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:19.

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Due lampi in un cielo senza nuvole. Si potrebbe riassumere così il cammino mondiale della Tricolor dal 1962, anno della partecipazione numero uno alle qualificazioni sudamericane, al 2010. Un'ascesa costante e avvincente quella della Nazionale ecuadoriana, che però soltanto negli anni Duemila ha trovato il suo zenit. Il primo acuto prende forma ell'edizione nippo-coreana del 2002. L'Ecuador viene inserito nel gruppo con Messico, Italia e Croazia. Perde due gare (con gli azzurri finisce 0-2, doppietta di Vieri) e ne vince una, l'ultima, con la Croazia. Troppo poco per passare al turno successivo. Quattro anni dopo, in Germania, le cose vanno meglio. Inserita nel girone eliminatorio con la selezione di casa, la Polonia e il Costa Rica, china la testa soltanto davanti alla supercorazzata teutonica. Negli ottavi, lo scivolone decisivo contro l'Inghilterra. Segna Beckham, fine della storia. Ivan Kaviedes (ex Perugia) e Luis Valencia sono le stelle di una squadra composta quasi esclusivamente di giocatori che militano nel campionato ecuadoriano. Nel 2010, l'incantesimo si rompe. L'Ecuador non passa le qualificazioni per un soffio e lavora per ritentare l'avventura per Brasile 2014: traguardo raggiunto. Come andrà? Svizzera e Francia, due delle altre squadre inserite nel gruppo E, hanno sicuramente una marcia in più.

Un altro testa a testa con l'Uruguay, come nel 2010. E se allora era stata la Celeste ad avere la meglio, nelle qualificazioni sudamericane per il mondiale 2014 prevale la Tricolor, anche se soltanto per la miglior differenza reti. Quarto posto e accesso diretto alla fase a gironi del torneo verdeoro dietro ad Argentina, Colombia e Cile a quota 25 punti, come l'Uruguay. L'Ecuador è quasi insuperabile sulle Ande, ma in trasferta fatica tantissimo. Sul campo di Quito raccoglie 7 vittorie e un pareggio (con l'Argentina), praticamente il 90% e più del bottino che le vale il tagliando per il Brasile. In giro per il Sudamerica, invece, è un mezzo disastro: 5 sconfitte e 3 pareggi. Poi, la tragedia di uno dei suoi giocatori più rappresentativi. Il 29 luglio del 2013 l'attaccante 27enne Christian Benitez muore improvvisamente per un attacco cardiaco. Con i suoi gol (4) aveva contribuito in modo significativo alla qualificazione della sua nazionale.

Tra gli elementi di maggior talento a disposizione del selezionatore colombiano Reinaldo Rueda, ex c.t. della nazionale del suo Paese e dell'Honduras, ci sono il pluridecorato Luis Valencia, ala destra del Manchester United dall'estate 2009, il centrale di centrocampo Christian Noboa, che gioca nel campionato russo da 8 stagioni (prima nel Rubin Kazan, oggi nella Dinamo Mosca), e l'estrosa punta giramondo di 25 anni Felipe Caicedo, che dopo aver prestato servizio nel torneo svizzero, inglese, portoghese, spagnolo e russo ha detto sì ai petrodollari degli emiri dell'Al-Jazeera. A fare da chioccia a una squadra senza grosse pretese, il veterano Edison Mendez, centrocampista di 35 anni, titolare di 108 presenze nella nazionale maggiore della Tricolor.

IL CAMMINO
L'Ecuador è stata inserito nel gruppo E della fase a gironi insieme con Svizzera, Francia e Honduras. Questo il suo calendario: 15/6 Svizzera-Ecuador; 20/6 Honduras-Ecuador; 25/6 Ecuador-Francia.

I CONVOCATI
Portieri: Banguera (Barcelona SC), Dominguez (LDU Quito), Bone (El Nacional).
Difensori: Ayovi (Pachuca), Guagua (Emelec), Paredes (Barcelona SC), Erazo (Flamengo), Achilier (Emelec), Baguì (Emelec).
Centrocampisti: Mendez (Santa Fe), Castillo (Al-Hilal), L.A. Valencia (Manchester United), Saritama (Barcelona SC), Noboa (Dinamo Mosca), Montero (Morelia), Rojas (Morelia), Arroyo (Atlante), Ibarra (Vitesse), Martinez (Club Tijuana), Gruezo (Stoccarda).
Attaccanti: Caicedo (Al-Jazira), Ayovi (Club Tijuana), E. Valencia (Pachuca).

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