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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 11:10.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:19.

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Tre indizi fanno una prova. Se nel mondiale del 1982 che ricoprì di gloria l'Italia di Enzo Bearzot l'Honduras fece del suo meglio e pure di più per non uscire a testa bassa nella sua "prima" tra le grandi del pianeta, è dalla seconda metà degli anni Duemila che la selezione di Tegucigalpa raccoglie risultati di tutto rispetto a livello internazionale. Per quattro volte, dal 2005 al 2013 la Bicolor ha raggiunto le semifinali della Coppa d'oro, torneo biennale che mette di fronte le migliori rappresentative del Nord e Centro America. E nel 2010, l'Honduras ha fatto il bis alla fase finale del mondiale. In Sudafrica, è però un altro mordi e fuggi. Perde di misura (0-1) con il Cile nella gara d'esordio, perde con la Spagna (0-2) che salirà tre settimane più tardi sul gradino più alto del podio e non va oltre il pareggio con la Svizzera in una partita che vale una pacca sulla spalla o poco più. In Brasile, per la fase tre della crescita che potrebbe riservare piccole sorprese nei prossimi anni.

L'Honduras ha strappato la seconda qualificazione di fila alle fasi finali del mondiale ai danni del ben più quotato Messico, che nel girone che decideva le tre selezioni che avrebbero preso il volo diretto per il Brasile è stato addirittura piegato in casa (1-2) dalla Bicolor. Il gruppo guidato dal c.t. colombiano Luis Fernando Suarez (vincitore da giocatore dell'Atletico Nacional della Coppa Libertadores 1989) ha vinto quattro gare (Stati Uniti all'esordio, Giamaica, Messico e Costa Rica), ne ha pareggiate 3 e perse altrettante (nell'ordine, Panamà, Costa Rica e Stati Uniti, tutte in trasferta). Un bottino sufficiente a tagliare il traguardo al terzo posto a +4 sulla squadra messicana, costretta a giocarsi tutto con la Nuova Zelanda nel doppio spareggio interzona. Protagonisti assoluti della qualificazione, i due attaccanti Jerry Bengtson e Carlos Costly, che insieme hanno realizzato 14 reti.

Sulla carta, l'Honduras è una delle selezioni meno quotate del mondiale. La qualità complessiva del suo organico è scarsa, così come limitata è l'esperienza internazionale di buona parte della rosa, che è composta al 40% di giocatori che militano nel massimo campionato honduregno. Tra gli elementi di maggiore valore, i due difensori Maynor Figueroa (Hull City, Premier League inglese) ed Emilio Izaguirre (Celtic Glasgow, massimo campionato scozzese). Da seguire inoltre la giovane promessa del calcio di Tegucigalpa, tal Andy Najar, classe 1993, centrocampista esterno dell'Anderlecht che qualcuno ha già paragonato al belga Marouane Fellaini del Manchester United. A proposito di difensori. Negli ultimi sei mesi, ha trovato posto nel torneo nazionale cinese il centrale Osman Chavez, che non è mai riuscito a emergere nel campionato polacco. La Cina chiama, il mondo (più per necessità che per virtù) risponde.

IL CAMMINO
L'Honduras è stato inserito nel gruppo E della fase a gironi insieme con Svizzera, Francia ed Ecuador. Questo il suo calendario: 15/6 Francia-Honduras; 20/6 Honduras-Ecuador; 25/6 Honduras-Svizzera.

I CONVOCATI
Portieri: Valladares (Olimpia), Escober (Olimpia), Lopez (Real Espana).
Difensori: Figueroa (Hull City), Bernárdez (San José Earthquakes), Izaguirre (Celtic), O. Chávez (Qingdao Jonoon), Garcia (Wigan), Beckeles (Olimpia), Montes (Motagua).
Centrocampisti: W. Palacios (Stoke City), Garcia (Houston Dynamo), Claros (Motagua), M. Chávez (Chivas Usa), Espinoza (Wigan), M. Martinez (Real Espana), Peralta (Rangers), Garrido (Olimpia), Najar (Anderlecht).
Attaccanti: Costly (Real Espana), Bengtson (New England Revolutions), J. Palacios (Alajuelense), R. Martinez (Real Sociedad Honduras).

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