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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 11:12.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:19.
Con il Giappone, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e la Corea del Sud è tra le nazionali più agguerrite dell'intero continente asiatico. L'Iran ha vinto la Coppa d'Asia per tre edizioni consecutive (dal 1968 al 1976) e ha partecipato per la prima volta ai mondiali nel 1978. Due sconfitte (con Olanda e Perù), quindi lo storico pareggio con la Scozia, che costringe la squadra degli "italiani" Graeme Souness e Joe Jordan a tornare a casa dopo appena tre partite: la selezione iraniana, che fino a Messico '70 non prese parte alle qualificazioni, si presenta carica di buoni propositi e prospettive. Poi, la guerra con l'Iraq (1980-88) gli impedisce per ragioni diverse di partecipare a Spagna '82 e Messico '86. Nel 1998, in Francia, il ritorno alla fase finale della Coppa del mondo e la prima, straordinaria soddisfazione: la nazionale iraniana batte nel girone eliminatorio gli Stati Uniti (1-2) e centra nel migliore dei modi la vittoria numero uno ai mondiali, che però non gli consente di accedere agli ottavi. Non c'è due senza tre. Nel 2006 arriva la terza partecipazione alle gare che contano del torneo. L'Iran perde con il Messico e il Portogallo e non va oltre il pareggio con l'Angola. Un'altra volta fuori al primo turno. E in Brasile, tranne sorprese dell'ultima ora, andrà molto probabilmente nello stesso modo.
Prima con 12 punti in 6 partite nella terza fase delle qualificazioni della zona asiatica, prima con 16 punti in 8 gare nel girone che ha decretato due delle quattro squadre che avrebbero guadagnato il pass diretto per il Brasile. Il percorso della squadra allenata dal c.t. portoghese Carlos Queiroz - ex assistente di Alex Ferguson al Manchester United e tecnico del Real Madrid nella stagione (disastrosa) 2003-04, ma pure responsabile tecnico, Iran compreso, di ben 4 rappresentative nazionali (Emirati Arabi, Sud Africa e Portogallo le altre tre) – non ha conosciuto passi falsi troppo ingombranti. Nella fase finale, soltanto due gli scivoloni da zero punti: il primo contro il Libano a Beiruti, il secondo a Teheran contro l'Uzbekistan. Per il resto, cinque vittorie e un pareggio soltanto. In più, due grandi colpi. Con la favoritissima Corea del Sud, l'Iran ha infatti brindato sia all'andata sia al ritorno. Nel complesso, attacco da rivedere, ma difesa con il lucchetto: appena 2 le reti subite in 8 gare. Queiroz partirà da qui per mettere nei guai gli avversari in Brasile.
Tra i giocatori più quotati della selezione iraniana ci sono senz'altro il centrocampista Ashkan Dejagah, che nella stagione appena conclusa ha collezionato 22 gare e 5 reti con il Fulham nella Premier League inglese, il portiere Daniel Davari, nato e cresciuto calcisticamente in Germania (milita dal 2009 nell'Eintracht Braunschweig), e il mediano Masoud Shajaei, che nei mesi scorsi ha firmato un ottimo campionato tra le file del Las Palmas, seconda divisione spagnola. La scommessa per il domani si chiama Sardar Azmoun, ha 19 anni, gioca come punta centrale e nel 2013-14 è sceso in campo in 14 occasioni con la maglia del Rubin Kazan, realizzando 4 reti nel campionato russo.
IL CAMMINO
L'Iran è stato inserito nel gruppo F della fase a gironi insieme con Argentina, Bosnia e Nigeria. Questo il suo calendario: 16/6 Iran-Nigeria; 21/6 Argentina-Iran; 25/6 Bosnia-Iran.
I CONVOCATI
Portieri: Ahmad (Sepahan)i, A. Haghighi (Covilha), Davari (Grasshoppers).
Difensori: Hosseini (Persepolis), Hajsafi (Sepahan), Heydari (Esteghlal), Montazeri (Umm-Salal), Mahini (Persepolis), Pouladi (Persepolis), Beikzadeh (Esteghlal, infortunato, potrebbe essere sostituito da Khanzadeh), Sadeqi (Esteghlal), Alenemeh (Naft Teheran), Beitashour (Whitecaps).
Centrocampisti: Nekounam (Al-Kuwait), Teymourian (Esteghlal), Shojaei (Las Palmas), Hadadifar (Zob Ahan Isfahan), Dejagah (Fulham), R. Haghighi (Persepolis), Rahmani (Foolad).
Attaccanti: Ansarifard (Tractor Sazi), Ghoochannejhad (Charlton), Jahanbakhsh (NEC).
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