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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 11:05.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 14:21.

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Quattordici partecipazioni mondiali per l'Inghilterra, grande protagonista della storia del calcio ma capace una sola volta di alzare al cielo il trofeo più prestigioso, nel 1966. Sempre prodiga di grandi talenti e protagonista di uno dei campionati più belli e suggestivi del mondo, la Premier League, in campo internazionale fatica sempre ad arrivare a fine corsa.
Una vera e propria maledizione per il popolo inglese che attende di togliere le ragnatele dalla bacheca. Nessun allenatore è mai riuscito, negli ultimi anni, a gestire il gruppo di stelle inglesi, neppure un sergente di ferro come Fabio Capello, che ha rinunciato al suo incarico dando le dimissioni per una serie di incomprensioni con la Federazione. Chissà se sarà più abile Roy Hodgson , apparentemente più morbido e malleabile ma forse più affine per mentalità al gruppo che rappresenterà "la corona" in Brasile.

Per la nazionale inglese, sostanzialmente, in Brasile si apre un nuovo ciclo. Senza dimenticare l'affidabilità della vecchia guardia, che sarà rappresentata da due vecchi leoni come Gerrard e Lampard, Hodgson porta con sé una rosa rinnovata con giovani talentuosi come Oxlade-Chamberlain e Wilshere dell'Arsenal, Shaw, esterno emergente del Southampton, Sterling, ala di grandi prospettive, il trequartista dell'Everton Barkley e il veterano Sturridge e sempre nell'attesa di poter elevare al massimo livello le doti di Wayne Rooney che proprio in questa occasione potrebbe fare il salto di qualità decisivo per riscrivere la storia. Sarà probabilmente, a 28 anni, la sua ultima grande occasione prima di cominciare l'inevitabile parabola discendente. Il Brasile, sul piano personale, sarà l'occasione per cancellare con un colpo di spugna il fallimento stagionale dello United. Certo, alla squadra di Hodgson servirà anche un pizzico di fortuna in più rispetto agli ultimi campionati mondiali quando, in Sudafrica, gli inglesi furono eliminati ingiustamente per mano della Germania dopo essersi visti annullare, ai quarti di finale, un gol regolarissimo di Lampard. Forse è arrivato il momento di riscuotere, anche se l'avventura inglese è cominciata con lo sfortunato infortunio che ha costretto il ct a privarsi di un giocatore come l'attaccante dell'Arsenal Walcott. L'unica vera sorpresa è stata la rinuncia ad Ashley Cole che ha rifiutato di parrtire come riserva e ha preferito dire addio alla nazionale dei tre leoni. L'Inghilterra ha vinto a mani basse con 6 vittorie e 4 pareggi il girone H, precedendo l'Ucraina, staccata di un solo punto. Ha alternato grandi prestazioni con le piccole a gare più dimesse come nel caso del pareggio con l'Ucraina ma alla fine ha conquistato il pass per il Brasile battendo Montenegro e Polonia.

Il cammino
Inseriti nel gruppo D, gli inglesi esordiranno contro l'Italia il prossimo 14/6, a mezzanotte, poi incontreranno nella seconda gara l' Uruguay 19/6 e chiuderanno in discesa, contro il Costa Rica 20/6.

I convocati
Portieri Hart (Manchester City), Forster (Celtic), Foster (WBA).
Difensori: Johnson (Liverpool), Cahill (Chelsea), Smalling (Manchester Utd), Jones (Manchester Udt), Jagielka (Everton), Baines (Everton), Shaw (Southampton).
Centrocampisti: Gerrard (Liverpool), Lampard (Chelsea), Henderson (Liverpool), Milner (Manchester City), Wilshere (Arsenal), Lallana (Southampton), Sterling (Liverpool), Oxlade-Chamberlain (Arsenal), Barkley (Everton).
Attaccanti: Rooney (Manchester Utd), Welbeck (Manchester Utd), Sturridge (Liverpool), Lambert (Southampton).

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