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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2014 alle ore 19:00.
L'ultima modifica è del 11 giugno 2014 alle ore 21:44.

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Conti sempre più floridi per la Fifa, che ha annunciato di aver aumentato a 1.432 milioni di dollari (1.058 milioni di euro) le proprie riserve economiche. Il dato è emerso durante il 64° congresso Fifa a San Paolo. "Grazie a questa situazione finanziaria siamo in una posizione sicura per garantire la Coppa del Mondo", ha detto il vice presidente della Fifa e numero uno della Federcalcio argentina Julio Grondona, capo della commissione finanze .

Grondona anche informato i delegati delle 209 federazioni riunite che la Fifa ha chiuso il 2013 con 72 milioni di dollari di utili (53 milioni di euro). La Fifa ha anche annunciato il budget per il periodo dal 2015 al 2018, che sarà di 5 miliardi di dollari, 2,3 miliardi arriveranno da marketing e biglietti e 2,7 miliardi dai diritti televisivi. "Il futuro è luminoso grazie a questa situazione finanziaria", ha detto il segretario generale della Fifa Jerome Valcke, che ha anche sottolineato come il budget sia cresciuto notevolmente rispetto ai 257 milioni di dollari del 1995-1998. L'ente di governo del calcio mondiale ha concluso precisando che i 209 paesi membri della Fifa riceveranno 200 milioni di dollari dal Campionato del Mondo di Brasile 2014.

Nessuna decisione concreta invece in merito alla regolamentazione delle Third Party Ownership (TPO), ovvero la proprietà dei cartellini dei giocatori da parte di terzi. La Fifa ha deciso che un working group nelle singole federazioni dovrà raccogliere proposte concrete da presentare al Comitato Esecutivo. Una linea "attendista" che si scontra con la volontà della Uefa di Michle Platini, ribadita appena qualche giorno fa, di bandire dal mondo del calcio i fondi e le società che investono nei cartellini degli atleti. L'approccio attuale della Fifa proibisce l'"influenza" da parte di terzi soggetti nel rapporto tra i club e i propri giocatori. Secondo l'articolo 18 bis delle FIFA Rstp (Regulations on the Status and Transfer of Players) è infatti vietato il rapporto con terze parti e la Commissione

Disciplinare della Fifa può riservarsi di adottare misure disciplinari nei confronti delle società che non rispettano gli obblighi enunciati in questa norma. Tuttavia, raramente si arriva a dimostrare l'influenza o per meglio dire l'interferenza dei fondi nei rapporti atleti-club. E questo ha permesso alle Tpo di diffondersi dal Sud America all'Europa (Portogallo, Spagna, Europa dell'Est e Turchia).

In occasione del Congresso di San Paolo, la Fifa ha commissionato due studi sulle TPO per analizzare nel dettaglio il fenomeno e l'impatto economico di questa pratica. Dallo studio condotto dal Centre International d'Etude du Sport (CIES), si evince come le TPO riguardino una minoranza di federazioni calcistiche nazionali, la maggior parte delle quali in stati dove il calcio è altamente diffuso e dove i calciatori tendono a trasferirsi con maggiore frequenza nei principali campionati. Alcune federazioni assumono diversi approcci nei confronti di questa pratica: alcune adottano regole specifiche per vietare le TPO, come la Premier league, altre invece adottano diversi sistemi di registrazione per i giocatori coinvolti. Nell'85% dei casi l'articolo 18 bis delle FIFA RTSP è applicato alla lettera. A livello globale, dunque, le TPO hanno una significanza minima.

Le TPO inoltre, come analizzato dal Centre de Droit et d'Economie du Sport (CDES), coprono all'incirca il 30% del valore totale delle compensazione finanziarie pagate dai club nell'ambito dei trasferimenti internazionali di giocatori. A livello globale, il valore delle TPO è stimabile in circa 360 milioni di dollari. Da questo studio si ricavano due possibili approcci per ridurre il fenomeno: l'adozione di strumenti regolatori (multe, controlli o divieti), incentivi economici (tasse, sussidi e salary cap) o strumenti che possano stabilire direttamente un numero massimo di TPO permesse.

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