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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 13:53.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2014 alle ore 19:55.

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Cristiano Ronaldo. (LaPresse)Cristiano Ronaldo. (LaPresse)

Dicono che da quando Pep Guardiola ha preso le redini del Bayern Monaco, contagiandolo con il tiki taka che fa stropicciare gli occhi agli appassionati del bel calcio e promette vittorie a grappolo, il timoniere della Nazionale tedesca Joachim Löw abbia messo da parte le convinzioni di una vita per dedicarsi anima e corpo alle nuove soluzioni che propone ormai da tempo l'ex tecnico del Barcellona stellare. Dalle convocazioni mondiali, la conferma che qualcosa è cambiato nel motore della Germania. Fuori per infortunio il viola Mario Gomez, il commissario tecnico Löw ha deciso di lasciare al sempreverde Miroslav Klose, anni 36, fresco di rinnovo con la Lazio (biennale), il titolo di unico centravanti di ruolo della squadra.

Incarico part-time, si intende, perché Klose non ha raggiunto le spiagge brasiliane con la speranza di vestire la maglia da titolare. Al suo posto, nel reparto avanzato, un carico di trequartisti e "falsi nueve" da far girare la testa. Il nuovo corso della Germania alle prese con il Mondiale 2014 parte da qui, dal credo di Pep declinato alle necessità di Joachim.
Tutto torna, anzi, di più. Löw ha scelto di mischiare le carte per non offrire riferimenti troppi precisi agli avversari. Ha detto sì al movimento continuo con e senza palla di attaccanti veloci e dai piedi buoni per dire no ai lanci lunghi che consentono di far avanzare la squadra sulle spalle del centravanti vecchio stile. Ci fosse stato Gomez, forse le cose sarebbero andate in modo diverso. Senza di lui, la Germania danza sulle punte e si affida al talento di giocatori come Kroos, Özil, Podolski e Müller, capaci di macinare chilometri nella doppia fase e di firmare colpi a effetto sotto porta.

Contro il Portogallo, in occasione della prima sul palcoscenico del Mondiale brasiliano, sfida ricca di suggestione, di fascino e pure di storia, arriverà la verifica del campo. Löw proporrà un 4-3-3 tutto da decifrare con Özil come terminale offensivo alla Messi e la coppia Podolski-Müller sulle fasce per volere della sorte (Marco Reus si è fatto male nell'amichevole contro l'Armenia). Alle loro spalle, in un centrocampo che garantisce muscoli, polmoni e idee, il terzetto di fenomeni Lahm, Kroos e Khedira. "Abbiamo qualità elevate, sarà difficile batterci, faremo strada", ha detto ieri il c.t. della nazionale che ha i numeri (e gli uomini) per fare paura anche al Brasile di Neymar. Nessuna novità: la Germania gioca per vincere e difficilmente stecca nei momenti importanti.

Prima punta, quanto mi manchi. Al contrario della Germania, il Portogallo soffre della sindrome dell'attacco spuntato più o meno da quando Eusebio è stato costretto a farsi da parte per questioni anagrafiche, storia della prima metà degli anni Settanta. La rappresentativa lusitana è solida e ben attrezzata in tutti i reparti, dalla difesa agli esterni offensivi, ma fa fatica a trovare un giocatore che la metta dentro. Il dilemma ha trovato spazio anche in Brasile alla vigilia della partita che apre i giochi nel gruppo G: giocherà Postiga o Almeida? Vero, c'è Cristiano Ronaldo che tutto vede e tutto può, ma non è possibile contare sempre sulle sue prodezze per cambiare l'inerzia di una gara.

Soprattutto, al termine di una stagione in cui il Pallone d'oro 2013 è stato spremuto fino al midollo dal Real Madrid per conquistare la tanto agognata Champions League, la "decima". CR7 scenderà in campo dal primo minuto malgrado le condizioni del suo ginocchio abbiano fatto preoccupare fino a qualche ora fa una nazione intera. Come si dice, la fortuna premia gli uomini di spirito. "Volevo essere al centodieci per cento, invece sono al cento", ha assicurato alla stampa con il sorriso il fuoriclasse portoghese. Insieme con Nani, dovrà garantire palloni alla prima punta e aiutare in fase di ripiegamento il terzetto di centrocampo composto da Moutinho, Veloso e Meireles. Qualità e quantità, saggezza e sostanza, equilibrio e fantasia, campioni e campionissimi: Germania-Portogallo (il via alle 18 su Rai1 e Sky1) è un quarto di finale mascherato da preliminare.
Twitter: @dario_pelizzari

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