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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 20:30.
L'ultima modifica è del 17 giugno 2014 alle ore 10:33.

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C'è un Pallone d'Oro in campo, ma non se ne accorge nessuno. Certo, lo sappiamo è il triste destino dei fenomeni senza doppio passaporto, quelli che brillano nel mondo ma non al mondiale perché l'ingrata patria non gli ha concesso compagni altrettanto talentuosi. Un po' come succede a Ibrahimovic che in Brasile non c'è neanche arrivato.

Diciamo però che Cristiano Ronaldo, che entra accolto da un boato ed esce tra i fischi, non ha fatto molto neppure a titolo personale stasera e la sensazione è che non si tratti soltanto degli strascichi dell'ultimo infortunio. A tratti indolente e rassegnato, neanche il minimo sindacale per poter dire di averci provato.

I panzer tedeschi invece ci danno dentro. Finisce 4-0 e la Germania come sempre fa paura e si candida, ma soprattutto convince, per ora, più delle altre due predestinate Argentina e Brasile. Mentre il Portogallo resta candidato per il secondo piazzamento, favorito su Ghana e Usa nel girone, ma le cose si complicano perché adesso gli uomini di Bento dovranno fare i conti anche con la squalifica di Pepe, espulso al 37', e soprattutto con l'infortunio di Coentrao per quello che dalle immagini è apparso un brutto stiramento.

Doveva essere una sfida di lusso la prima del gruppo G, una di quelle quasi sprecate in un raggruppamento. Roba grossa da scontri diretti. E invece gli uomini di Lowe irrompono nel mondiale con la solita virulenza nonostante assenze importanti come quelle di Gomez e Reuss. Dominano il primo tempo, fanno i primi tre gol e si concedono pochissime pause in cui il Portogallo prova ad insidiarsi invano tra i meandri della retroguardia tedesca. Nella ripresa invece tirano tutti quanti i remi in barca in vista dei prossimi impegni anche se la Germania si concede di andare a segno per la quarta volta.

La partita svolta quasi subito. Al 12' i tedeschi sono già in vantaggio su calcio di rigore concesso per un fallo, non cattivo ma etto, di Pereira su Gotze. Muller dal dischetto non sbaglia. Gara in discesa e raddoppio che arriva poco dopo la mezz'ora quando Hummels raccoglie di testa su corner di Kroos. Il Portogallo non ha idee e fatica ad arginare la manovra avversaria senza riuscire mai a ripartire. E così nel recupero del primo tempo è ancora Muller, sempre lui, a bruciare sul tempo Bruno Alves e a mettere definitivamente in ginocchio i rossoverdi che non combinano nulla in undici, figuriamoci quando si ritrovano con un uomo in meno. Come se non bastasse si infortuna Hugo Almeida, costretto dopo pochi minuti a lasciare il posto a Eder. I piani di Bento vanno in fumo uno dopo l'altro e l'infortunio di Coentrao è il colpo di grazia.

Troppa qualità tra le fila tedesche – ottimi Kroos, Khedira, e naturalmente Muller - per poter controbattere e provare a recuperare. Meglio pensare, a questo punto, a preservare forze fresche da sfruttare contro due avversarie più abbordabili come Ghana e Stati Uniti.

Nella ripresa si aspettano tutti l'ingresso di Klose, alla personalissima ricerca del record che gli consentirebbe, con il quindicesimo gol, di eguagliare ed eventualmente superare quello di Ronaldo (il Ronaldo brasiliano). Invece il quarto gol tedesco ma porta ancora la firma di Muller, che al momento si proietta solitario in testa alla graduatoria dei cannonieri di questo mondiale.

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