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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 10:33.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2014 alle ore 10:43.

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Lionel Messi (Ansa)Lionel Messi (Ansa)

Argentina e Francia giocano due partite che non ci dicono nulla sul reale stato di forma e sulla forza delle nazionali guidate da Messi e Benzema. Gli avversari di giornata, Honduras e Bosnia, sono infatti troppo deboli per consentire una valutazione sensata. Le favorite vincono entrambe, anche se in modo diverso: l'Argentina soffre più del dovuto, la Francia domina giocando per un tempo in dieci contro undici: ed è proprio in superiorità numerica che il divario si dilata fino al 3-0 conclusivo.

I sudamericani, se vogliamo essere davvero onesti, hanno giocato una partita molto simile a quella dell'Italia contro l'Inghilterra: non a caso, proprio come è successo a Manaus, il pubblico a un certo punto ha iniziato a fischiare per la mancanza di gioco. Se non ci lasciamo accecare dal tifo, dobbiamo ammetterlo. Resto però dell'opinione che proprio questo tipo di gioco sia quello giusto per fare strada nel mondiale brasiliano. Non si consumano energie e, a mio avviso, viste le condizioni climatiche alla lunga sarà avvantaggiato chi spreca di meno rispetto a chi corre di più.

All'Argentina, però, manca la fantasia in mezzo al campo: mancano, tanto per essere chiari, Pirlo e Verratti. I centrocampisti sono abili soprattutto in fase di interdizione e Messi è spesso costretto a tornare a centrocampo per tentare di costruire da solo qualche pallone giocabile. Siccome è Messi prima o poi ci riesce, come è successo ieri sera quando ha segnato il gol partita. Ma gli avversari non saranno sempre come la Bosnia. È prematuro dire che l'Argentina sia davvero questa, ma se così fosse potrebbe interrompere la propria corsa al primo scontro diretto con un avversario di livello capace di controllare il gioco a centrocampo e contenere la fantasia di Messi.

La Francia, sempre per quel poco che di significativo regala una partita inutile come quella con l'Honduras, non mi pare destinata ad arrivare lontano per il motivo esattamente contrario: i blues sprecano troppe energie per costruire un calcio champagne che, tra caldo e umidità, prosciugherà presto le riserve degli uomini di Deschamps. L'allegro assalto alla diligenza di ieri sera, con continue folate offensive e corse sulle fasce laterali, regala molto agli appassionati ma dilapida benzina che avrebbe dovuto essere conservata per giornate più impegnative. Deschamps è un tecnico intelligente, potrebbe frenare l'entusiasmo dei suoi nelle prossime partite del girone considerato che i due avversari rimanenti sono Svizzera ed Ecuador, non proprio due colossi del calcio mondiale. Buon per i transalpini che hanno pescato un sorteggio favorevole.

In attesa di vedere il debutto del Portogallo di Cristiano Ronaldo e di una Germania fin troppo sicura di sé, registriamo il primo utilizzo della tecnologia del «gol fantasma», proprio durante la partita tra Francia e Honduras. Il software e le telecamere hanno funzionato benissimo mostrando con chiarezza assoluta la dinamica dell'azione: sul primo rimpallo la sfera non ha superato la linea di porta, sul secondo si. Da qui una prima dicitura «non gol» sull'immagine del pallone a cavallo della linea bianca, seguita da quella «gol» sull'immagine successiva del pallone che ha superato la linea di porta. Se poi qualcuno non è in grado di capire una sequenza logica di questo livello, facendo confusione tra le due fasi mostrate in video, peggio per lui. Dai molti fischi sentiti allo stadio sembra che la media del quoziente di intelligenza del genere umano sia purtroppo in picchiata.

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