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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2014 alle ore 10:05.
L'ultima modifica è del 21 giugno 2014 alle ore 10:11.
La maledizione della seconda partita al Mondiale colpisce ancora l'Italia. In Sudafrica ci fu un pareggio con la Nuova Zelanda. In Brasile dobbiamo archiviare addirittura una sconfitta, sia pure di misura, con Costa Rica, a questo punto la vera rivelazione del torneo brasiliano. Difficile davvero commentare una gara così. Anche perché se Mario Balotelli (nella foto) avesse realizzato una delle due occasioni che gli sono capitate nel primo tempo l'Italia avrebbe già la qualificazione in tasca.
Invece dovremo battagliare con l'Uruguay all'ultima giornata, il prossimo 24 giugno. L'unica cosa positiva è che non abbiamo subito il secondo gol e questo ci permetterà di avere a disposizione due risultati su tre per passare il turno e di poter impostare una gara anche puntando sul gioco di rimessa.
La squadra costaricana è organizzata ed ha buoni elementi, molti dei quali sono impegnati in tornei esteri, per cui a differenza di quanto accadeva appena una decina d'anni fa hanno accumulato una buona dose di esperienza internazionale. E in campo si è visto, per come "gestivano" il cronometro e i falli per spezzare la nostra manovra e mandarci in confusione. Perché dopo tutto la sconfitta dell'Italia è dipesa soprattutto dalla paura e dalla confusione che ci hanno assalito dopo aver incassato la rete di Bryan Ruiz. Nonostante le parole di circostanza della vigilia evidentemente siamo entrati in campo troppo tranquilli, forse convinti che dopo la vittoria con l'Inghilterra la strada era ormai in discesa. Ma gli inglesi non fanno testo in queste competizioni, perché ci arrivano sempre stanchi, dopo aver disputato troppi match in stagione. Ripeto, però, la nostra colpa principale è stata quella di aver perso la testa e i tanti innesti di attaccanti nei secondi quarantacinque minuti non ci hanno aiutato. Il caldo e il calo fisico, insomma, non possono essere un alibi. Erano stanchi anche loro. Detto questo sono sicuro che Prandelli saprà trarre i giusti insegnamenti da quanto è successo e negli spogliatoi dello stadio di Recife saprà usare le parole più appropriate per sostenere il gruppo. Ai Mondiali bisogna essere attrezzati bene, specie sotto l'aspetto caratteriale e saper reagire ai momenti avversi. Alla fine questa sconfitta potrebbe rivelarsi utilissima se sapremo far tesoro degli errori. Non siamo ancora fuori e tutto è ancora possibile.
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