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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2014 alle ore 08:11.
L'ultima modifica è del 26 giugno 2014 alle ore 08:20.
L'Honduras ci ha creduto. La Svizzera di più. O forse ci hanno creduto entrambe ma la formazione di Suarez è davvero l'unica vera squadra materasso di questo mondiale e così gli elvetici hanno coronato il sogno andando subito in vantaggio e chiudendo poi di fatto la gara in un solo tempo. 3-0 nel segno di Xherdan Shaqiri e passaggio agli ottavi garantito. Un traguardo da assaporare fino in fondo visto che adesso saranno dolori.
Dietro l'angolo infatti c'è Lionel Messi con la sua Argentina, il peggior cliente da incontrare in questo momento. Un'Argentina sonnacchiosa ma cinica nelle prime due gare, che ieri ha cominciato a mostrare il suo vero volto. Ed è stato subito show e festa per tutti. Argentina e Nigeria festeggiano entrambe a fine partita. Entrambe continuano il cammino mondiale, con prospettive diverse certo, ma questo, oggi non ha nessuna importanza. La cosa importante, per lo spettacolo, è la crescita di Messi che dopo 3' porta in vantaggio l'albiceleste sulla ribattuta del palo colpito da uno straripante Di Maria. La Nigeria non ha però lo spirito della comparsa e pareggia immediatamente dopo con il gol di Musa che infila con un po' troppa facilità la retroguardia di Sabella. Ma la pulce stavolta non illumina solo a sprazzi. C'è come nei suoi giorni migliori e regala un'altra magia allo scadere del primo tempo con una punizione che finisce nell'angolino sotto l'incrocio. Perfetta e imprendibile. Argentina ancora avanti. Gli africani non demordono e non lasciano passare il tempo. Solo quello dell'intervallo. Poi riacchiappano il pareggio. Ancora Musa, che riceve palla da Emenikee con una finta spiazza Romero, che è sempre una variabile impazzita. Al 50' arriva il terzo gol sudamericano. Stavolta Messi non c'entra: è Rojo che con un colpo di testa decisivo lancia messaggi chiari. E' questa la squadra da battere. Sabella comincia a pensare al futuro prossimo e regala alla sua stella qualche minuto di riposo. Adesso si fa sul serio.
Anche la Francia ha tirato i remi in carca con un certo anticipo. Massimo risultato con il minimo sforzo come è giusto che sia ragionando in chiave ottavi. Lo 0-0 con l'Ecuador condanna glio uomini di Rueda all'eliminazione. Motivazioni opposte in questa gara ma azzerate da un tasso tecnico inversamente proporzionale. Deschamps imposta un turnover massiccio ma riesce comunque a fare la partita, senza spingere troppo sull'acceleratore ma regolandone i ritmi. Al 9' potrebbe cambiare tutto, ma quando Sakho colpisce con una gomitata Enner Valencia l'arbitro dorme. E in undici contro undici di storia non ce n'è. Vanno anche vicini al gol i galletti, con Sissoko, Pogba e Benzema mentre l'Ecuador ci prova senza fortuna in una sola occasione, proprio con Valencia. Nella ripresa Griezmann colpisce un palo poi Valencia si fa espellere per un brutto intervento su Digne e si frantuma ogni speranza. Adesso, agli ottavi, sarà Francia- Nigeria. Finisce invece il sogno iraniano. Il rigurgito di orgoglio bosniaco, dopo un primo tempo piuttosto noioso, è tanto fragoroso quanto inutile. Finisce 3-1, ma giusto per poterlo raccontare. Ai fini della qualificazione è un risultato vano per tutti.
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