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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2014 alle ore 10:28.
Se il Portogallo avesse fatto un Mondiale appena decente, qualificandosi agli ottavi di finale, il Pallone d'oro di quest'anno non sarebbe sfuggito a Cristiano Ronaldo. La sua è stata un'annata strepitosa, segnata dalla vittoria in Champions con il Real Madrid giunto finalmente alla conquista della "decima" attesa per tanti anni.
Senza dimenticare che è stato proprio Cristiano Ronaldo, nella sfida decisiva con la Svezia di Zlatan Ibrahimovic, a trascinare in Brasile la sua Nazionale. E senza dimenticare la valanga di gol finora segnati con la maglia del Real, 51 in 47 partite. Insomma, un Pallone d'Oro che sarebbe stato sicuro senza la pessima figura portoghese al Mondiale, dove per di più CR7 è arrivato in precario stato di forma in seguito a un infortunio non ancora guarito.
A questo punto le carte sono scombinate perchè anche Messi, arrivando in finale senza riuscire però a sollevare la Coppa del Mondo, vede indebolita la sua posizione di rivale numero uno del portoghese. Quest'anno, per lui, niente vittorie: non la Liga spagnola, non la Champions, non il Mondiale. In Brasile, per di più, dopo aver regalato qualche colpo straordinario nelle prime partite, è rimasto al di sotto delle attese proprio nelle due più importanti: la semifinale contro l'Olanda e la finale contro la Germania.
Così, visto che in genere nell'anno del Mondiale il Pallone d'Oro premia un giocatore della squadra campione del mondo, sono improvvisamente salite le quotazioni di Thomas Müller, che è diventato il candidato favorito. Gioca nel Bayern Monaco campione di Germania, quindi almeno un titolo di club l'ha vinto a differenza di Leo Messi, è stato il secondo cannoniere del torneo con cinque gol dietro James Rodriguez (sei reti per lui), è stato insieme al portiere Neuer l'uomo immagine della nazionale tedesca. Ma rispetto a Neuer, che è un portiere, ha il grande vantaggio di essere un attaccante.
La sfida per il Pallone d'Oro dovrebbe essere tutta qui, tra questi tre giocatori, visto che non ci sono altri titoli importanti in palio prima della fine dell'anno in grado di spostare gli equilibri acquisiti. Difficile credere che i giudici si facciano condizionare dall'avvio dei campionati nazionali o dalle prime fasi della Champions.
La cosa più logica è che si ripeta una situazione come quella del 2006, quando venne premiato Fabio Cannavaro: non era in assoluto il più forte, ma la vittoria italiana nel Mondiale tedesco aveva emesso il verdetto decisivo. Di quella Nazionale, priva di un uomo simbolo indiscusso come poteva essere stato Roberto Baggio nel 1994, veniva premiato il capitano che peraltro aveva disputato un torneo di altissimo livello.
Quindi corsa a tre con Müller, Messi e Ronaldo: e se peserà soprattutto il Mondiale questa potrebbe anche essere la classifica esatta. Per tutti gli altri big, da Robben a Rodriguez, da Neymar a Di Maria non ci sarà spazio sul podio.
Resteranno fuori, e non solo dal podio o dai primi dieci, gli italiani: che oltre a un Mondiale disastroso pagano l'assenza delle nostre squadre di club dalle fasi finali delle Coppe europee.
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