Se si guarda dall’alto, volando come una delle aquile del Parco Nazionale delle Alpi Marittime (che conta 10 coppie di questi rapaci), la Valle Gesso ricorda il palmo di una mano aperta. I rami del torrente Gesso, infatti, si schiudono a ventaglio appena a monte dell'abitato di Valdieri e si immergono nel cuore cristallino delle Alpi Marittime. Man mano che si risale la strada che porta alle dighe il paesaggio si fa selvaggio e ricco di contrasti, con pareti ripide, ampi pascoli, laghetti incastonati fra le rocce e piccoli ghiacciai.
Le montagne della Valle Gesso – che hanno le cime più elevate delle Alpi Marittime, cioè le vette del Monte Argentera (Cima Sud e Cima Nord, rispettivamente 3297 metri e 3286 metri), sono state abitate fin dalla preistoria, come testimonia la necropoli protostorica di Valdieri, e un tempo sono state anche terre di caccia riservate ai Re di Casa Savoia. Oggi invece sono paragonabili a uno zoo di montagna a cielo aperto, un paradiso dove camosci e stambecchi possono vivere indisturbati. Una valle amena, quasi “segreta” che non valica e bisogna raggiungere di proposito, in tutti i modi e in tutte le stagioni: a piedi, sui pedali o con gli sci, lungo i sentieri che portano ai rifugi e alle vette del Parco delle Alpi Marittime.
Aspetto curioso: la Valle Gesso fa parte delle valli occitane, cioè una serie di vallate piemontesi, dove si parlano lingue autoctone ascritte alla lingua occitana. L’Occitania, a sua volta, è un'area storico-geografica dell'Europa, non delimitata da confini politici, sviluppatasi in una larga parte della Francia meridionale, più alcune altre zone geografiche, limitrofe e no, quali appunto alcune valli piemontesi. Tra queste c’è anche la Valle Maira, più spostata a Nord, diventata famosa nel 2005 per essere stata l’ambientazione del film di Giorgio Diritti, “Il vento fa il suo giro”, il cui titolo deriva appunto da un proverbio occitano, che significa “tutto ritorna”.
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