Tradotto letteralmente significa “case delle fate”. Le domus de Janas, tuttavia, rappresentano molto più di una semplice leggenda: sono caverne funerarie sotto terra, circa 3-4mila anni fa, dalle popolazioni allora residenti in Sardegna per seppellire i loro morti: costruzioni scavate nella roccia e posizionate una accanto all’altra a formare necropoli che potevano ospitare fino a un centinaio di corpi. Molte di esse si trovano proprio in provincia di Sassari, la stessa del Lago di Coghinas. Anzi, la più famosa è relativamente vicina (60 km) al bacino e si trova a Sedini: “La Rocca” è talmente unica nel suo genere da essere stata definita “la Cattedrale delle Domus de Janas“. Sono tre le caratteristiche che la rendono tale: si trova nella via principale del paese, proprio all’interno del centro storico; è stata realizzata in un enorme masso che praticamente esce del suolo come uno sperone; infine, nei secoli, ha subito varie trasformazioni che l’hanno resa “luogo vivo” di Sedini (è stata ricovero per animali, carcere, negozio, sede di partito e anche abitazione privata).
Dietro alle domus de Janas ci sono riti e tradizioni consolidati nel tempo. Il defunto infatti veniva trasferito da quella che durante la sua vita era stata la sua dimora abituale, in un'altra casa, secondo un antico principio ideale che presupponeva la continuità eterna dell'essere umano. I corpi venivano messi in posizione fetale e dipinti con ocra rossa come peraltro le pareti della tomba stessa. Accanto alle spoglie venivano inoltre deposti oggetti di uso comune facenti parte del corredo terreno del defunto oltre a del cibo da consumare nel viaggio ultraterreno.
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