Economia

Dossier I Savoia e quella riserva di caccia

  • Abbonati
  • Accedi
Dossier | N. 93 articoliIn bici sulle dighe

I Savoia e quella riserva di caccia

La Riserva reale di caccia di Valdieri e Entracque nacque ufficialmente nel 1857 ma il colpo di fulmine era scattato già due anni prima, nell’agosto del 1855, quando i principi Vittorio Emanuele e Ferdinando, duca di Genova, avevano visitato Entracque. Il giovane Vittorio Emanuele era un appassionato cacciatore di camosci e venne subito colpito dalle Alpi Marittime e in particolare dalla Val Gesso per la selvaggina abbondante, gli scorci incantevoli, un clima salubre e il diversivo delle acque di Terme di Valdieri. Una volta incoronato, il re mise così subito nel mirino la Valle Gesso per farne uno dei suoi distretti venatori e ottiene dai comuni di Valdieri e di Entracque la concessione esclusiva dei diritti di caccia, e, successivamente, anche di pesca, su gran parte dell’alta Valle Gesso.  

Ovviamente l’arrivo dei sovrani di Casa Savoia sconvolse la vita della valle. La rinuncia alla caccia e alla pesca rappresentò un grande sacrificio per le popolazioni autoctone, ma è anche vero che i Savoia corrisposero lauti indennizzi in cambio del proprio privilegio e nelle casse dei comuni di Entracque e Valdieri arrivarono migliaia di lire all’anno da spartire tra poveri e militari sotto le armi.  Successivamente Vittorio Emanuele II fece costruire in prossimità di Sant’Anna di Valdieri una palazzina destinata a diventare il “quartier generale” della famiglia reale fino agli anni ’30 e poi , ancora, le residenze di San Giacomo di Entracque e la Palazzina di caccia del Valasco, forse la più pittoresca. Oggi è diventata un insolito rifugio alpino, il Valasco, ideale per un pernottamento o una sosta prima di proseguire verso le vette.

 

© Riproduzione riservata