Un gioiello incastonato tra le vallate di Oschiri, che si adagia sul Monteacuto, alle porte della Gallura ma all’interno della provincia di Sassari. Il lago Coghinas (il secondo per estensione della Sardegna) raccoglie le acque provenienti dal rio Mannu e dal fiume omonimo. La sua vita iniziò nel 1926 quando, nel selvaggio scenario delle pendici del Monte Limbara, furono realizzati lo sbarramento e la centrale idroelettrica di uno dei maggiori corsi d’acqua dell’Isola, il Coghinas appunto. L'ambiente naturale circostante è caratterizzato da macchia mediterranea, boschi di lecci e sugherete. Nonostante sia un invaso artificiale, come la grande maggioranza dei laghi sardi, sono presenti numerose specie di volatili e della fauna acquatica. Non è un caso che la diga di Coghinas venga definita come “amica delle anguille”: nel 2015 è stato infatti inaugurato un sistema di scale di risalita per facilitare la riproduzione delle anguille stesse, permettendo ai pesci di spostarsi in continuità fra il lago artificiale e il letto dei fiume.
Il fiume Coghinas, che alimenta il bacino omonimo, è il più importante della provincia di Sassari e, con una lunghezza di 116 km, è il terzo della Sardegna dopo il Tirso e il Flumendosa. Il suo nome, in logudorese, significa "cucine" e deriva dalla presenza di sorgenti di acqua calda che sgorgano all'altezza di Casteldoria, una borgata presso Santa Maria Coghinas, e danno così vita ad un complesso termale conosciuto già in epoca romana. Cosa che ha indubbiamente aumentato il potenziale di sviluppo turistico della zona, situata a meno di 10 km dalle più belle spiagge del Golfo dell'Asinara.
La Foce del Coghinas, a Valledoria, è un vero e proprio spettacolo: sede di una riserva naturale di circa 275 ettari d’estensione, è la zona umida più ampia della Sardegna settentrionale e vanta numerose specie di volatili stanziali e migratori che nidificano in mezzo ai canneti delle rive e delle isolette fluviali. Il panorama è estremamente suggestivo con la vegetazione, particolarmente rigogliosa lungo le rive, che lascia il posto a piccole dune di sabbia in prossimità del mare.
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