La tappa in cui Paolo Savoldelli da Clusone divenne ufficialmente “Il Falco” fu la Bra-Borgo San Dalmazzo, 14esima frazione del Giro d’Italia del 1999, lunga 187 km. Una frazione corsa tutta in Piemonte, lambendo la Val Di Gesso con la scalata della Madonna del Colletto, su cui il campione bergamasco sarebbe rimasto solo al comando per poi vincere a braccia alzate.
Ma il vero capolavoro, che a distanza di quasi 20 anni resta ancora impresso nei ricordi e nei sogni degli appassionati, Savoldelli lo realizzò nella discesa del Colle della Fauniera, una delle ascese più dure d’Italia, posto a quota 2.481 metri. Savoldelli, che non era uno scalatore, non reagì agli scatti di Ivan Gotti e soprattutto di Marco Pantani (quell’anno inavvicinabile in salita prima dello stop per ematocrito alto di Madonna di Campiglio) e scollinò a due minuti e mezzo circa dal Pirata e a oltre 3 minuti dai fuggitivi di giornata. In discesa, però, si scatenò: sulla strada stretta e tortuosa del Fauniera disegnò traiettorie perfette, raggiunse e superò a doppia velocità tutti i migliori, tra cui Pantani, per poi portarsi sul battistrada Missaglia, staccato a sua volta sulla Madonna del Colletto. Quel giorno la maglia rosa, che era sulle spalle del fuoriclasse francese Laurent Jalabert, passò a Pantani ma il mondo aveva scoperto colui che viene ritenuto, da diversi esperti, il più forte discesista della storia. “E’ una cosa che mi riusciva bene fin da bambino, quando correvo con la BMX sui sentierini nei boschi. Poi, quando ho cominciato ad andare in bici sul serio, mi lanciavo in discesa pensando di fare delle cose normali e invece a un certo punto mi giravo e dietro di me non c' era piu' nessuno", raccontò Savoldelli in conferenza stampa, ammettendo di avere superato – nella discesa del Fauniera – i 100 km/h.
In quel Giro, il Falco si dimostrò anche sportivo, rifiutandosi di indossare la maglia rosa dopo la clamorosa uscita di scena di Pantani a Madonna di Campiglio: terminò secondo in classifica generale dietro Gotti ma avrebbe poi conquistato il Giro nel 2002 e nel 2005, quest’ultimo grazie a un capolavoro tattico (e in discesa) simile a quello del Fauniera sul Colle delle Finestre e sul Sestriere.
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