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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2013 alle ore 16:21.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2013 alle ore 16:22.

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C'è anche il numero due e co-presidente di Oracle (ed ex Ceo di Hewlett Packard), Mark Hurd, fra i pretendenti alla poltrona più importante di Microsoft, attualmente occupata da Steve Ballmer. Il Wall Street Journal ha fatto la conta dei candidati alla successione del dimissionario amministratore delegato confermando come anche il braccio destro di Larry Ellison sia fra gli otto super manager (esterni alla compagnia) contattati dal board della casa di Redmond.

Chi sono i papabili eredi di Ballmer?
Nella lista degli aspiranti alla poltrona di Ceo, finora non ufficializata da Microsoft, ci sono nomi noti e meno noti dell'industria tecnologica, come Stephen Elop di Nokia, Mike Lawrie di Computer Sciences e Kevin Johnson di Juniper Networks, e illustri rappresentatni di quella dell'automotive, e cioè Alan Mulally, numero uno di Ford. Quanto ai prospetti interni, i nomi in gioco sono invece quelli di Satya Nadella, executive Vice president della divisione Cloud and Enterprise, e Tony Bates, anch'esso Vp executive, responsabile delle attività di Business Development, Strategy and Evangelism e con a curriculum la carica di Ceo di Skype. In lizza ci sarebbe anche Steven Sinofsky, ex numero uno di Windows, che ha lasciato la compagnia (pare per divergenze con Steve Ballmer) lo scorso novembre.

La candidatura di Mark Hurd
Il nome di Hurd circola fra gli addetti ai lavori Usa ogni qualvolta si libera una poltrona molto importante di Ceo. Secondo i bene informati, il manager costretto a lasciare Hp (nell'agosto del 2010) per via di uno scandalo a sfondo sessuale che fece molto scalpore sui media d'oltreoceano, sarebbe assai interessato al ruolo di numero uno in Microsoft. Per lui parlano i buoni risultati ottenuti a bilancio ma anche scelte assai discutibili come quella di aver decimato il reparto R&D e di essersi contornato di manager lautamente retribuiti ma non in grado di portare valore al business del gigante di Palo Alto.
Per Microsoft sarebbe per molti aspetti una scelta rischiosa, ma come fanno ironicamente notare dagli Usa i board delle multinanzionali non brillano per creatività o immaginazione quando c'è da sostituire un amministratore delegato. Hurd fa parte della schiera di manager "old style" dell'informatica e non è detto che sia questa la figura di potere che serve all'azienda di Redmond, impegnata a vincere la propria battaglia soprattutto in ambito consumer (nei tablet e negli smartphone) contro Apple e Google.

Entro fine anno la scelta ad opera del board
L'obiettivo del comitato speciale istituito in Microsoft è esplicito: trovare un nuovo Chief executive officer entro la fine del 2013. L'indiscrezione è di qualche giorno fa e porta la firma di Bloomberg, che allude in tal senso alla possibile uscita di scena anticipata di Steve Ballmer (il cui fine mandato è fissato ufficialmente per la prossima estate).
L'ex braccio destro di Bill Gates è al timone da 13 anni e l'annuncio delle sue dimissioni è arrivato, a sorpresa, in agosto, un mese dopo l'annuncio della riorganizzazione societaria (battezzata "One Microsoft") voluta dall'ex Ceo e un mese prima dell'annuncio dell'acquisizione dei telefonini di Nokia per 7,2 miliardi di dollari. Ed è proprio in virtù di questa operazione che il nome di Elop è divenuto il più caldo (con quello di Mulally) per prendere il posto di Ballmer
Il nuovo corso di Redmond è orientato a un'offerta di servizi e device in aggiunta a quella tradizionale del software (Windows e Office). La selezione per arrivare al nuovo Ceo ha preso corpo su una prima lista di una quarantina di candidati, sia interni che esterni alla compagnia. La cerchia si è già molto ristretta, ancora un paio di mesi e dovremmo avere il nuovo timoniere di Microsoft.

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