Erna Solberg (Reuters)

A nord di Bruxelles. E della crisi. Il fondo sovrano norvegese, raddoppiato in valore assoluto dal 2010 ad oggi, lieviterà fino a 870 miliardi di dollari entro il dicembre del prossimo anno. Il record dei 1000 miliardi? E' già scritto nelle stime di Oslo: il governo ha previsto che il mastodontico Governament Pension Fund Global, in espansione continua con gli introiti di petrolio e gas naturale, dovrebbe sfondare quota 1,2 trilioni dollari nel 2020.

Il fondo, nato nel 1990 per tutelare e investire i ricavi record degli idrocarburi, si "accontenta" per ora di un valore di quasi 790 miliardi di dollari. Cifra che scalza due colossi petroliferi come Arabia Saudita (675,9 miliardi di dollari) e Emirati Arabi Uniti (627 miliardi di dollari) dal vertice del ranking stilato dal Sovereign Wealth Fund. Per farsi un'idea, sette volte tanto dei "soli" 115 miliardi di dollari del Qatar.

I veri sceicchi vivono in Scandinavia? Nel petrolifero, si direbbe di sì. Aggiungendo i proventi dei gas naturali, il fondo si arrotonda al ritmo di 1 miliardo a settimana. E a proposito di record: il super pacchetto azionario di Oslo detiene l'1.2% delle società petrolifera. E i bond del governo norvegese hanno resistito meglio della media ai saliscendi del mercato, con un perdita sui titoli a 1 anno dell'1.5%. La Danimarca, la peggiore nel ranking dei paesi esterni all'Eurozona, è scivolata del 3.9%.

Il Gpfg è tutelato da un tetto massimo del 4% nei prelievi. La neoeletta maggioranza di centrodestra ha tempo fino al primissimo novembre per stilare le sue politiche di budget, in fase di traghettazione dall'uscente coalizione socialdemocratica. Il governo dimissionario sta lavorando «con cautela» sul fondo, sfruttando poco più di 135 miliardi di corone (22 miliardi di dollari Usa). Erna Solberg, la «Merkel del Nord» fresca di elezione, progetta un aumento di spesa lavorando su infrastrutture, scuola e sanità con il placet dei partner di governo del Progress Party. Il fondo glielo permette. «Il "problema" è fin dove si spingerà» sottolineano i commentatori interni. Sempre più a nord dell'Europa. E del resto del mondo.

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